Albo CTU e CTP: dopo Firenze ecco Arezzo. Il progetto per la formazione dei Biologi segna una nuova tappa

Dopo Firenze, Arezzo e, a ruota, gli altri tribunali della Toscana. Poi – è questo l’auspicio – il resto d’Italia. Perché l’amministrazione giudiziaria ha bisogno di professionisti seri e preparati, capaci di agevolare il lavoro dei giudici da Nord a Sud della Penisola. Da qui la bontà del progetto per la formazione dei Biologi chiamati a collaborare con le procure del Belpaese. Un progetto che procede a gonfie vele con risultati sempre più incoraggianti in termini di partecipazione.
E’ notizia recente l’accordo stipulato tra Consiglio Superiore della Magistratura, Consiglio Nazionale Forense e Ordine Nazionale dei Biologi, per l’armonizzazione dei criteri e delle procedure di formazione degli albi dei periti e dei consulenti tecnici (ex art. 15, l. 8 marzo 2017, n. 24). Un protocollo che segue quello firmato con alcuni tribunali d’Italia poco più di un anno fa, per avviare un percorso informativo voluto dagli stessi tribunali con la scuola di Alta Formazione dei Consulenti Tecnici d’Ufficio e il Dipartimento di Scienze per l’Economia e l’Impresa dell’Università degli Studi di Firenze, congiuntamente con Ape Toscana, Camera Civile di Firenze, Confassociazioni, ed altri ordini professionali , per organizzare un percorso di formazione di base riservato a consulenti tecnici che intendessero da un lato iscriversi all’Albo CTU dei tribunali toscani, e dall’altro esercitare tali funzioni (CTU e di CTP) nel processo civile.
Una svolta importante, dunque, nell’orbita del pianeta giustizia, nell’ambito di un’iniziativa – fortemente voluta anche dall’ONB – che mira a garantire una elevata competenza per quanti, tra i Biologi, aspirano ad essere incaricati dal tribunale come consulenti tecnici d’ufficio (CTU) e a migliorare la propria qualifica come consulenti tecnici di parte nell’ambito della propria speciale competenza (CTP).
Dopo la tappa fiorentina, dunque, ecco allora arrivare quella aretina e prossima sarà l’intesa con i tribunali di Bologna e Bari. Identica la proposta “didattica”, identica la mission: garantire agli interessati un’adeguata formazione tecnico-giudiziaria e, allo stesso tempo, assicurare, a quanti sono in possesso dei requisiti necessari, l’iscrizione e la permanenza nell’Albo dei CTU.
Tale Albo, come si ricorderà, è tenuto dal presidente del tribunale ed è formato da un comitato da lui presieduto. E’ diviso in categorie ed è permanente, ma ogni quattro anni viene sottoposto a revisione. Da qui l’esigenza, da parte dell’Ordine dei Biologi, di poter fare affidamento su una Regolamentazione uniforme per l’iscrizione-conferma negli Albi, così come, al tempo stesso, diventa fondamentale poter disporre di un’offerta didattica realmente in grado di “qualificare” quanti aspirano a ricoprire tali delicate mansioni nel processo civile arricchendo ed aggiornando il rispettivo “fascicolo personale” così come previsto dalla normativa cogente.
Ma c’è di più. Per dare maggiormente seguito all’impegno richiesto nell’opera sussidiaria alla giustizia, l’Ordine dei Biologi ha realizzato un proprio ordinamento interno abbinato a protocolli d’intesa firmati, rispettivamente, con la Scuola di Alta Formazione di Firenze e con l’università Mercatorum, l’ateneo telematico delle Camere di Commercio italiane. Tale accordo è stato finalizzato alla realizzazione di un sistema di rapporti tra Ordine e Università (cui tocca il compito di organizzare i percorsi formativi) che favorisca un più efficace ed efficiente impiego delle risorse per il raggiungimento dei fini comuni, allo scopo di collaborare nell’ambito delle rispettive sfere di competenze. Ma quali sono i fini comuni è presto detto: mettere a punto proposte di alta formazione, anche per consentire all’ente di rappresentanza dei Biologi italiani di reperire, tra i propri iscritti, le migliori professionalità da inserire, poi, nei comitati di revisione degli albi.
In particolare, l’ONB, nel rispetto dei propri regolamenti, potrà concedere contributi o vantaggi economici, intendendosi questi ultimi come l’attribuzione di benefici (che è cosa ben diversa dall’erogazione di denaro) sotto forma di prestazione di servizi e/o di concessione temporanea di strutture e beni di proprietà (oppure nella disponibilità dell’Ordine stesso), funzionali allo svolgimento di iniziative che rientrano nelle funzioni istituzionali dell’ente. Nello specifico, l’Ordine metterà a disposizione della Mercatorum le professionalità necessarie a tenere e sostenere i corsi riservati ai consulenti tecnici.
Ma non finisce qui. Al vaglio dell’ente di via Icilio c’è infatti un progetto ancora più ambizioso: il varo di una vera e propria Scuola Permanente di Alta Formazione per poter avviare i candidati o gli iscritti agli albi CTU, ad un rinnovo consapevole dell’incarico all’insegna della propria speciale competenza presto avviata alla certificazione.

 

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