Nuove scoperte dal lago più antico d’Europa

Roma, 10 ottobre 2020 (AgOnb) – I cambiamenti climatici rappresentano un pericolo per ecosistemi come quello del Lago di Ocrida, serbatoio di biodiversità per l’Europa. A sottolinearlo uno studio internazionale, cui hanno partecipato ricercatrici del Dipartimento di Biologia ambientale della Sapienza, pubblicato sulla rivista “Science Advances”. I ricercatori, guidati da Thomas Wilke dell’Università Justus Liebig di Giessen (Germania), tra loro Laura Sadori e Alessia Masi del Dip. di Biologia Ambientale della Sapienza di Roma, ha gettato nuova luce sull’evoluzione biologica utilizzando il record sedimentario profondo del Lago di Ocrida (tra Albania e Macedonia) considerato il più antico d’Europa. «I dati – spiega Alessia Masi della Sapienza – mostrano che poco dopo la formazione del Lago, in poche migliaia di anni, sono avvenuti i primi eventi evolutivi che hanno portato alla formazione di nuove specie, ma molte di queste di vita breve». Lo studio fa emergere come laghi “nuovi” e piccoli, offrano grandi opportunità di speciazione ma con ecosistemi particolarmente sensibili ai cambiamenti ambientali. Con l’aumento della superficie e della profondità, i processi di speciazione ed estinzione hanno subito un drastico rallentamento. Ciò si deve alla riduzione del numero di nuovi habitat, all’elevato numero di specie, nonché alla crescente capacità del Lago nel mitigare il microclima. «La novità di questo lavoro – conclude Laura Sadori della Sapienza – sta nel fatto che la storia ecosistemica del Lago di Ocrida, raccontata da un insieme di specie ‘effimere’, cioè evolutivamente di breve durata ma sviluppate in una comunità stabile di specie longeve, sia in realtà ricca di elementi utili alla comprensione delle dinamiche evolutive biologiche. Per tale ragione i risultati del lavoro potranno avere un forte grande impatto anche per le future ricerche sulla biodiversità». (AgOnb) Mmo 12:00