Fibrosi cistica, trovata al Tigem di Pozzuoli la cura per la malattia rara della piccola Camilla

Un successo di medicina personalizzata…made in Sud!! Una “task-force” multidisciplinare di ricercatori italiani tra Napoli, Firenze e Genova, ha identificato una soluzione terapeutica che consente di trattare una sola paziente al mondo: il suo nome è Camilla, bambina nata a Firenze nel 2015, ed alla quale, grazie allo screening neonatale, è stato possibile diagnosticare immediatamente la fibrosi cistica. Un profilo genetico assolutamente inedito quello della piccola, sul quale i medici non erano in grado di pronunciarsi, e per il quale era necessario trovare un trattamento ad hoc.

E’ successo però che dopo averlo visto intervenire durante la Maratona televisiva di Fondazione Telethon per sensibilizzare e raccogliere fondi per la ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare, i genitori di Camilla abbiano deciso di contattare Luis Galietta, ricercatore dell’Istituto Telethon di genetica e medicina (Tigem) di Pozzuoli, che da oltre vent’anni studia e lavora proprio sulla fibrosi cistica. “Abbiamo dovuto mettere in piedi – ha spiegato Galietta – una vera squadra multidisciplinare, che oltre a noi del Tigem ha coinvolto Felice Amato e Giuseppe Castaldo del Ceinge di Napoli e un gruppo di biochimici dell’Istituto Gaslini di Genova, in continuo contatto con i clinici del Meyer di Firenze che seguono Camilla e in particolare con Vito Terlizzi“.

“Insieme abbiamo dimostrato – prosegue il ricercatore – che una delle due mutazioni di Camilla, quella più rara, aveva effetti molto diversi da quella che in altri pazienti era risultata insensibile ai farmaci”. Per fortuna, spiega ancora Galietta: “abbiamo scoperto che la mutazione rara di Camilla rispondeva al trattamento. Una singola lettera, in una posizione diversa nel Dna, aveva infatti un impatto assolutamente diverso sulla proteina Cftr e permetteva al farmaco di ripristinarne la funzione”. “Per farlo – aggiunge – abbiamo prelevato alcune cellule dell’epitelio nasale della bimba, per essere sicuri che quanto osservato in laboratorio fosse effettivamente predittivo”.

I risultati di questo studio, che ha richiesto oltre due anni di lavoro, sono stati pubblicati sulla rivista scientifica internazionale “Human Mutation” e hanno consentito al Centro fibrosi cistica dell’ospedale Meyer, dove è in cura Camilla, di richiedere all’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) l’autorizzazione a somministrarle il farmaco in modalità off-label, ovvero con un’indicazione diversa da quella per cui è stato autorizzato. Grazie al lavoro congiunto dei ricercatori del Tigem, del Ceinge e del Gaslini, la bambina potrà iniziare ad assumerlo per un periodo di sei mesi, al termine del quale si valuterà se proseguire o meno in base agli effetti riscontrati.

“E’ una grandissima soddisfazione – ribadisce Galietta – quando la risoluzione di un problema scientifico ha un impatto così importante sulla vita di qualcuno, una bambina di soli 4 anni in questo caso”. Questa è la medicina personalizzata di cui si parla sempre di più, come avvenuto anche solo poche settimane fa in occasione del caso del Milasen, il farmaco ‘disegnato’ su misura del difetto genetico unico al mondo di Mila, una bambina americana con una rara malattia genetica, quella di Batten” conclude il ricercatore del Tigem.

La maratona proseguirà sulle reti Rai fino al 21 dicembre. Inoltre, anche sabato 21 e domenica 22 dicembre in più di 3.000 piazze in Italia sarà possibile ricevere il Cuore di cioccolato di Fondazione Telethon per supportare la ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare. Fino al 31 dicembre sarà possibile donare chiamando da rete fissa o inviando un sms al numero solidale 45510.