I bambini nell’utero possono vedere molto più di quanto pensassimo

Roma, 12 dicembre 2019 (Agonb) – Entro il secondo trimestre di gravidanza le cellule sensibili alla luce nella retina immatura possono rilevare la luce molto prima che il bambino riesca a vedere: finora si era ritenuto che quelle cellule fossero semplici interruttori on-off, presumibilmente per impostare i ritmi diurni e notturni nelle 24 ore. Scienziati della University of California, Berkeley, hanno provato che queste cellule parlano effettivamente tra loro come parte di una rete interconnessa che dà alla retina più sensibilità alla luce di quanto si pensasse, e potrebbe migliorare l’influenza della luce sul comportamento e sullo sviluppo del cervello.

Nell’occhio in via di sviluppo, probabilmente il 3% delle cellule gangliari retiniche – che inviano messaggi attraverso il nervo ottico nel cervello – è sensibile alla luce e i ricercatori hanno scoperto circa sei diversi sottotipi che comunicano con vari luoghi nel cervello: nei topi e nelle scimmie, recenti prove suggeriscono che le cellule gangliari parlano tra loro anche attraverso connessioni elettriche chiamate giunzioni comunicanti, implicando più complessità di quanto si pensasse negli occhi immaturi di roditori e primati. (Agonb) Cdm 13:00.