Biologi a scuola di ambiente: parte da Napoli la Summer School of Environmental Toxicology 2019

Apre ufficialmente i battenti (li chiuderà il prossimo 26 giugno) la Summer School of Environmental Toxicology 2019, il progetto formativo nato per iniziativa dell’Ordine nazionale dei Biologi con la collaborazione di Arpac, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania. La scuola, destinata a laureati in Biologia e Biotecnologie, è tra le prime ad essere attivata in Italia per formare specialisti nella valutazione e gestione del rischio ecotossicologico da inquinamento ambientale, vale a dire dei danni alla salute ed all’ambiente che possono derivare dalle varie fonti di inquinamento. Il corso prevede una formazione di 36 ore di lezioni frontali-case study e 18 di formazione pratica. Venti, complessivamente, gli studenti ammessi, selezionati attraverso un apposito bando che è stato chiuso lo scorso 15 aprile. Per tre di loro sarà possibile accedere ad una borsa di studio interamente finanziata dall’Ordine, con stage di un anno, che sarà effettuato nei laboratori dell’Arpac.
Alla presentazione della “scuola estiva”, svoltasi questa mattina, negli spazi dell’Auditorium della Città Metropolitana di Napoli, in via don Bosco, c’erano l’europarlamentare Isabella Adinolfi, il vicepresidente della Regione Campania (con delega all’Ambiente) Fulvio Bonavitacola, il pm della Procura di Napoli Giulio Vanacore, il senatore Vincenzo D’Anna, presidente dell’Ordine nazionale dei Biologi, il commissario straordinario Arpac Stefano Sorvino e la dottoressa Marialuisa Gallo, che in Arpac dirige il Laboratorio regionale Reach ed Ecotossicologia. Seduti, in platea ed al tavolo dei relatori, anche i consiglieri dell’Onb Duilio Lamberti, Franco Schicchitano e Claudia Dello Iacovo. Proprio a quest’ultima, delegata alla Formazione per l’ente di via Icilio, nonché una delle coordinatrici della Summer School, è stato affidato il ruolo di moderatore dell’evento.
“Il progetto – ha spiegato la consigliera dello Iacovo – prevede la formazione di addetti ai lavori che possano essere impegnati nella valutazione e nella gestione del rischio tossicologico per la tutela dell’ambiente. I colleghi che hanno aderito all’iniziativa, erano numerosi ma alla fine abbiamo dovuto sceglierne solo 20 perché altrimenti i laboratori non avrebbero consentito un loro tirocinio adeguato”. “L’Ordine – ha aggiunto la delegata dei Biologi – ha messo a disposizione tre borse di studio che consentiranno ai più meritevoli di lavorare nei laboratori dell’Arpac per un anno”.
“La Summer school consentirà ai partecipanti “di accrescere le proprie competenze di base – ha spiegato Marialuisa Gallo – attraverso un sistema di formazione innovativo, una full immersion che coniuga l’attività pratica con quella teorica”. “Metteremo a disposizione metodi analitici all’avanguardia in adeguamento alle normative vigenti” ha aggiunto la direttrice del laboratorio di Ecotossicologia dell’Agenzia regionale ambiente.
“Tutto ciò che va in direzione di una collaborazione scientifica tra entità particolarmente qualificate e autorevoli come l’Ordine dei Biologi e la nostra Arpac è sicuramente da sostenere e valorizzare” ha sottolineato, dal canto suo, il vicepresidente della Regione Fulvio Bonavitacola. “Nel nostro territorio – ha proseguito – abbiamo tante problematiche ambientali, ma dobbiamo fare anche chiarezza contro luoghi comuni e semplificazioni: in questo è essenziale l’aiuto della comunità scientifica”.
“La scienza deve soccorrere il decisore politico, deve avvertire la popolazione sulla realtà e sulla concretezza dei rischi che corre” ha detto il presidente dei Biologi Vincenzo D’Anna. “Mi farò promotore di una proposta che illustrerò alla ministra della Salute, Giulia Grillo, ed alle commissioni parlamentari, per cui ogni Comune si doti di un biologo” perché ogni ente locale “si può trovare ad affrontare il ciclo dei rifiuti, il loro smaltimento, l’inquinamento ambientale, la valutazione di impatto ambientale, la questione delle mense e, quindi, l’igiene e la sicurezza degli alimenti. Avere una sentinella sul posto, che possa allertare e verificare in loco i danni e la pericolosità di certi contesti, significa poi passare ad un successivo step per produrre una bonifica vera e propria” ha concluso.