Le Associazioni di categoria dei Biotecnologi scrivono all’Onb, che risponde e dà precisazioni

A seguito della diffusione di un comunicato congiunto delle Associazioni di categoria dei Biotecnologi, che hanno chiesto all’Ordine Nazionale dei Biologi di rivedere le politiche relative a formazione, professione e libertà d’associazione, pubblichiamo la lettera con la quale il presidente dell’Onb, sen. dott. Vincenzo D’Anna, risponde alle richieste che gli vengono formulate.

 

 

 

 

 

 

 

Roma, 13 novembre 2018              

Spett.li

ANBI

Associazione Italiana Biotecnologi Italiani

F.I.Bio.

Federazione Italiana Biotecnologi

 

OGGETTO: Riscontro comunicato 12 novembre 2018

 

Preg.mi Presidenti,

con un certo stupore ho letto il Vostro comunicato del 12 novembre 2018 a margine del Forum dei giovani Biologi.

Tralascio, tuttavia, ogni polemica e vengo al merito dei Vostri rilievi.

Una premessa è,tuttavia,necessaria.

La pluralità dei percorsi formativi che concorrono a costituire l’unica categoria professionale dei biologi non può rappresentare un valido presupposto per rivendicare ambiti di esclusività a favore di questa e quella classe di laurea, così come nessuno immagina di separare gli enti esponenziali dell’unica categoria dei medici in tanti soggetti quante sono le discipline chirurigiche, mediche e dei servizi.

Detto questo, e venendo ai rilievi mossi nel comunicato, non è l’Ordine a stabilire se chi svolge attività che formano oggetto della professione di biologo sia tenuto a iscriversi all’albo, ma la legge.

Peraltro non risponde al vero che l’Ordine voglia “imporre l’obbligo indiscriminato” di iscrizione all’albo “per tutti i laureati in biologia e biotecnologie, inclusi i ricercatori…”; piuttosto è il Ministero della Salute che -sul presupposto che l’art. 5, comma 2, del d. lgs. del Capo provvisorio dello Stato 233/1946, come modificato dalla legge 3/2018, stabilisce che “per l’esercizio di ciascuna delle professioni sanitarie, in qualunque forma giuridica svolto, è necessaria l’iscrizione al rispettivo albo”- sta valutando la percorribilità dei percorsi più idonei a consentire a tali laureati di poter prescindere dall’esame di stato in presenza di determinati requisiti, tenendo peraltro conto che l’accesso al pubblico impiego presuppone l’iscrizione all’albo.

Per ciò che concerne il rapporto con le associazioni scientifiche, è altrettanto infondata l’accusa che ci viene mossa di voler limitare o metterne in discussione l’autonomia, relegandole in un rapporto di mera subordinazione con l’Ordine.

È vero il contrario, nel senso che l’Ordine, nel promuovere la costituzione di un albo delle associazioni, ha inteso creare una condizione di sostegno e di supporto finalizzata a enfatizzarne il ruolo, anche attraverso interventi concreti. L’istituzione dell’albo delle associazioni, in linea con le iniziative che si stanno concretizzando a livello nazionale e su iniziativa del Ministero della Salute per l’accreditamento delle società scientifiche, si prefigge anche lo scopo di evitare la proliferazione di soggetti scarsamente rappresentativi e non adeguati sotto il profilo della valenza tecnico-scientifica prima di concedere il patrocinio e il sostegno alle relative attività. Un impianto, quindi, completamente estraneo a qualunque logica di compressione della libertà associativa e dell’autonomia scientifica.

Assolutamente infondata è anche l’ipotesi circa una volontà dell’Ordine di “uniformare i percorsi formativi” dei laureati in biologia con i diversi corsi di laurea in biotecnologie.

Ciò è del tutto falso e frutto di un palese equivoco generato da chi non è assolutamente informato sulle attività in corso, poiché l’Ordine sta semplicemente promuovendo un confronto tra le Università finalizzato all’innalzamento della qualità dei percorsi, all’uopo migliorandoli in termini di contenuti e coerenza con gli sbocchi, in nessun modo ipotizzando una limitazione ovvero un superamento o qualsivoglia forma di appiattimento degli attuali corsi di laurea dell’area biotecnologica.

Per il resto non si comprendono le motivazioni che spingono le Vostre associazioni a prendere posizione su aspetti che esulano completamente dal rapporto dell’Ordine con i laureati in biotecnologie.

Attività sanitarie a parte delle quali abbiamo già detto, l’Ordine si accerterà che siano iscritti tutti i professionisti che esercitino in ragione delle competenze previste dall’art. 3 della legge 396/1967. L’Ordine è aperto al dialogo, al confronto al sostegno degli interessi diffusi di chiunque appartenga alla categoria dei biologi e dei laureati in biotecnologie seppure in quadri di chiarezza, di rispetto della legge e delle prerogative di ciascuna figura professionale.

Rinnoviamo, pertanto l’invito all’iscrizione nell’elenco delle associazioni riconosciute da ONB e l’impegno a intraprendere ogni utile iniziativa che agevoli la concordia e la compattezza. A nessuno sarà consentito escludere ONB dal ruolo che compete all’Ordine professionale nè di utilizzarlo come mero espediente all’occorrenza.

Il Presidente

Sen. Dr. Vincenzo D’Anna

 

 

Di seguito è possibile leggere il comunicato congiunto inviato all’Onb dalle Associazioni di categoria dei Biotecnologi.

Leggi il comunicato

 

A seguire, pubblichiamo un estratto degli interventi tenuti al convegno “Forum dei Giovani Biologi”, organizzato dall’Onb a Firenze l’8 novembre 2018, dal presidente D’Anna, dalla delegata nazionale dell’Onb alle biotecnologie Daniela Arduini e dai referenti delle Associazioni di categoria dei Biotecnologi.

Guarda il video