Nanotecnologie e nanoparticelle. Il futuro prossimo venturo

Le nanoparticelle invisibili puliscono l’aria e ci curano

“C’è tanto spazio laggiù in fondo. Era il 1959, quando il fisico Richard Phillips Feynman in un famoso discorso “battezzò”  quelle che oggi chiamiamo nanotecnologie. La sua visionaria idea di manipolare la materia su scala atomica ha dato inizio a una rivoluzione che ha cambiato per sempre il modo di vedere il mondo.

«Oggi sappiamo che c’è qualcosa di speciale e di unico quando le dimensioni degli oggetti diventano molto piccole», conferma Lucia Curri, primo ricercatore alI’Istituto per i processi chimico-fisici del Cnr che sul tema ha tenuto una conferenza pubblica per la serie «Virtual Immersions in Science», organizzata dalla Scuola Normale Superiore di Pisa.

«Siamo portati a credere che i nanomateriali rappresentino una scoperta moderna, ma sono una storia antichissima – spiega Curri -. Gli uomini hanno iniziato a utilizzare i nanomateriali molto
prima di quanto crediamo. Solo che non ne erano consapevoli».

Gli esempi sono numerosi. «Pensiamo alla famosa “coppa di Licurgo” che cambia aspetto a secondo dell’illuminazione grazie alla struttura del materiale, contenente nanoparticelle di oro ed argento, con cui è stata realizzata. Oppure ai pigmenti usati dai Maya che erano riusciti a ottenere colori
persistenti, inserendo nella struttura di un minerale incolore molecole di colorante organico».
E’ la consapevolezza delle straordinarie proprietà dei nanomateriali, quindi, ad essere arrivata molto più tardi. «Solo negli ultimi decenni abbiamo capito che, quando i materiali sono piccoli, dell’ordine dei nanometri, appunto, per modificarne le proprietà è sufficiente cambiarele dimensioni, anziché la composizione» dice Curri.

Un concetto che ha portato a studiare con attenzione crescente i nanomateriali nei laboratori, sia accademici sia industriali. Le applicazioni sono numerosissime e riguardano campi tecnologici diversissimi.

A cominciare dall’energia: grazie alle nanotecnologie si possono costruire sistemi fotovoltaici sempre più efficaci o batterie ad alte prestazioni. «Un esempio sono le celle solari di terza generazione, in grado di catturare la luce solare con meccanismi analoghi a quelli utilizzati dalla natura nelle piante e convertirla in energia elettrica», racconta Curri. Anche nella protezione dell’ambiente i nanomateriali hanno un potenziale straordinario. «Possono bonificare l’acqua e l’aria da inquinanti organici e inorganici, ma anche disinfettare le superfici dai batteri». Da questo punto di vista c’è un fiorire di attività di ricerca.

«Sono già presenti sul mercato materiali autopulenti, ma anche nanomateriali, a base di ossido di titanio, che opportunamente illuminati degradano gli inquinanti e tengono pulite le superfici». Oggi la ricerca sta lavorando molto perché i nanomateriali, talvolta controversi per i possibili rischi per la salute e l’ambiente, si possano utilizzare in modo sicuro.

Le nanotecnologie, infatti, hanno anche importanti utilizzi a vantaggio della salute. «Si stanno sviluppando biochip, biomarcatori e sistemi di rilascio dei farmaci utili per il trattamento e la diagnosi di molte malattie». I nanomateriali, in particolare, possono essere utilizzati contro i tumori. «Nanoparticelle di oro indirizzate verso le cellule tumorali, sottoposte ad illuminazione, sono in grado i riscaldare le cellule malate fino a provocarne la morte – dice Curri -. Oppure nanoparticelle di ossido di ferro si applicano in campo diagnostico: generano immagini per la risonanza magnetica».

 

Fonte: www.lastampa.it