Carne e dintorni…

Di recente un collega che opera nel settore della Sicurezza degli Alimenti mi ha chiesto quali fossero i settori produttivi agro-­alimentari in espansione. Di seguito cercherò di fare una breve ma esaustiva disamina sull’argomento.

 

RISPOSTA

 

Appare chiaro che il collega che mi ha posto il quesito di cui sopra vuole capire quali settori produttivi risentono meno della costante crisi al fine di poter meglio gestire le proprie risorse (formazione, esperienza professionale, tempo, logistica, ecc.) con l’obiettivo ampliare il proprio “portafogli clienti” e quindi i guadagni. Ovviamente il tutto è lecito e guai se così non fosse: tutti i consulenti devono costantemente cercare di capire l’evoluzione del “mercato” per poter indirizzare proficuamente la loro formazione, le competenze e la ricerca di nuovi clienti/committenti.

Fatta questa dovuta premessa mi trovo un po’ “disorientato” nel rispondere al collega in quanto, anche se può sembrare strano, sono tanti i settori agro-­alimentari in via di sviluppo (e che quindi richiedono consulenti altamente preparati e competenti) quali tutto il comparto ittico (capitanerie di porto, mercati ittici, industrie atte alla trasformazione, cooperative di pescatori, ecc.), l’etichettatura dei prodotti alimentari (vista l’imminente entrata in vigore del Regolamento UE 1169/2011) e tanti altri settori.

Appare evidente che non posso esaminare tutti questi comparti/settori in una singola News di conseguenza nella presente mi soffermerò in un settore (poco conosciuto a molti Biologi) che sta vivendo un momento di forte crescita e in un imminente articolo che uscirà sul numero di novembre 2014 della rivista Biologi Italiani farò un’attenta disamina dell’evoluzione del mercato inerente il comparto agro-alimentare e quindi sulle potenziali spendibilità.

Il comparto che in Italia sta attualmente vivendo un momento di forte crescita è quello delle carni o soprattutto dei derivati di queste.

I dati sulle esportazioni di salumi del 2013 (elaborati dall’Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi-­Assica) parlano chiaro: le aziende italiane stanno ampliando i confini in tutti i Paesi esteri con una crescita pari al +3,8% (consistente in circa 1,182 miliardi di €).

Questi dati, che da una prima lettura potrebbero sembrare alquanto “lievi”, in realtà, viste le contingenze politico/economico/sociali (concorrenza sleale, minore potere d’acquisto delle popolazioni, aumento delle importazioni di carni e salumi esteri, riduzione dei consumi “domestici”, ecc.), sono molto rilevanti.

Insomma le aziende italiani non riuscendo (eccetto qualche realtà da lodare per ciò) ad ampliare le vendite nel proprio territorio hanno giustamente dirottato le proprie energie verso i canali esteri (export) attestandosi come leader del settore. In altre parole queste aziende si sono evolute nelle proprie produzioni (mantenendo sempre altissima la qualità dei propri prodotti e le specificità che li hanno resi famosi e contraddistinguibili come tipicità italiane) e nel frattempo hanno accresciuto le proprie capacità d’intercettazione della domanda estera.

Tutto questo si sta verificando grazie a singole azioni di aziende che fungono da “apripista” per altre e non tanto per appropriate valutazioni e azioni politiche di chi ci governa infatti molte aziende, in questa loro ricerca di nuovi mercati, si sentono un po’ abbandonate!

Insomma nonostante alcune malattie di difficile debellazione (es. la peste suina), la chiusura di alcune frontiere estere, i maggiori costi di produzione rispetto a molti competitor esteri, la ridondante burocrazia, la carenza dell’appoggio del Governo (carenti azioni strategiche di ampio respiro), la difficoltà di trovare nuovi partner commerciali e i costi di trasporto, in Italia nel settore carni si sta verificando un piccolo “miracolo” tangibile nelle performance di seguito riportate:

A) nonostante le alte produzioni locali la Germania e la Francia hanno registrato un incremento dell’import di prodotti italiani (Germania: +4,7% pari a circa 30.760 tonnellate di prodotti – Francia: +2,6% pari a 25.880 tonnellate di prodotti);

B) anche l’Austria, la Croazia e il Belgio hanno registrato un incremento in termini di import di prodotti carnei italiani anche se con valori più bassi rispetto alla Germania e Francia;

C) per quanto concerne gli stati extra europei gli USA sono stati i maggiori acquirenti di prodotti italiani (+7,4% pari a circa 6.330 tonnellate e 73,5 milioni di €) nonostante la FSIS statunitense sottopone le carni italiane e derivati in ingresso al controllo della Listeria monocytogenes. Successivamente agli USA, tra i principali paesi extra comunitari ad importare prodotti carnei italiani, vi sono il Brasile e la Russia e alcuni paesi dell’est (es. Bosnia).

In tutti questi Paesi i principali prodotti esportati sono stati i prosciutti crudi stagionati, lo speck, le coppe, ecc. (specialmente se senza osso) e i salami, la bresaola e la mortadella.

In questa sintetica analisi, per dovere di cronaca, va detto che ci sono state delle realtà italiane che sono riuscite a crescere come fatturato vendendo principalmente in ambito locale. Tra queste emerge sicuramente il Prosciutto Toscano DOP in quanto, sempre nel 2013, ha toccato la performance di 390 mila cosce prodotte con una crescita rispetto all’anno precedente di circa il 15%. Le vaschette preconfezionate sono state oltre 2.700.000!

Insomma in Italia ci sono parecchie aziende del comparto carne e derivati che riescono ad incrementare i propri profitti garantendo sempre la qualità, la rintracciabilità, l’igiene, la shelf-­life, l’uso degli appropriati MOCA, la formazione degli OSA, il controllo degli infestanti, l’autocontrollo interno (HACCP, determinazioni analitiche, ecc.) e l’etichettatura. Per garantire tutto ciò bisogna che le aziende si avvalgano di specialisti ad alto profilo professionale che sappiano dare (da dipendenti o da consulenti esterni all’azienda) le specifiche risposte. Quindi cari colleghi cosa aspettate…

 

 

 

Dr. Luciano O. Atzori

Consigliere e Segretario dell’Ordine Nazionale dei Biologi

Coordinatore della Commissione permanente di Studio dell’ONB “Igiene, Sicurezza e Qualità”

Delegato nazionale per l’Igiene, la Sicurezza e la Qualità

Coordinatore del Comitato EXPO2015

Esperto in Sicurezza degli Alimenti e in Tutela della Salute

 

 

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