Recenti novità e curiosità sulla Sicurezza Alimentare

Dicembre 2013

La Mozzarella di bufala campana supera eccellentemente i test tedeschi.

A seguito dei e recenti forti dubbi sulla salubrità dei prodotti alimentari provenienti dalla “Terra dei Fuochi”, che hanno determinato una forte riduzione (circa del 30%) delle esportazioni e dei consumi di questo prodotto “made in Italy” unico nel suo genere, è stata avviata una “Operazione Trasparenza” da parte del Consorzio di Tutela della Mozzarella di bufala campana DOP in collaborazione con le associazioni dei consumatori consistente nell’effettuazione di specifiche determinazioni analitiche su campioni di mozzarella eseguite da un laboratorio tedesco accreditato TUV, SUD e GMBH di Slegen.

Da queste analisi è emersa l’eccelsa qualità igienico-sanitaria di questi latticini infatti sono risultati assenti i metalli pesanti (mercurio, piombo, cadmio, ecc.), i microrganismi della brucellosi e i valori di diossine sono risultati inferiori a un quinto del limite di legge.

Insomma grazie a questa operazione, ancora poco diffusa, la Mozzarella di bufala campana DOP risulta sicuramente di ottima qualità igienico-sanitaria di conseguenza risulta ingiustificata la preoccupazione che vi ruota intorno.

 

Olio extravergine di oliva a basso costo!!

Non è raro imbattersi in confezioni di olio extravergine di oliva in vendita a pressi molto bassi (es. inferiori a € 3,00). In un primo momento può sembrare un’offerta lancio oppure una promozione però non sempre è così! Infatti non si spiega come un prodotto così pregiato dove già la materia prima ha dei prezzi non indifferenti se poi ci si aggiunge la lavorazione (spremitura, ecc.), il confezionamento, il trasporto e il costo dello smaltimento dei reflui di produzione (“acque di vegetazione”) possa essere venduto ad un prezzo così minimo, tanto da portare al fallimento qualunque azienda produttrice?

Non di rado il frutto di tale “svendita” deriva dall’applicazione di tecniche di lavorazione proibite e quindi sanzionate come la “deodorazione” dell’olio: moderata lavorazione che determina l’eliminazione dei cattivi odori (spesso presenti negli oli ricavati da olive non sane, oppure non adeguatamente raccolte e/o stoccate) ridando “nuova esistenza” a prodotti sicuramente invendibili!

Gli organi di controllo (Ufficio repressione frodi, NAS, ASL, ecc.) per contrastare questo fenomeno sono costretti ad effettuare costanti e ripetute analisi qualitativo-quantitativo per ricercare la presenza di etil esteri (composti che si trovano negli oli ottenuti da olive “vecchie” o non sane a seguito di processi di fermentazione) e quindi rivelare le commercializzazioni sleali e illegali.

Per non acquistare oli deodorati sarebbe opportuno diffidare dei prodotti che vengono venduti a prezzi troppo bassi e una volta acquistati consumare solo quegli oli che risultano leggermente amari e piccanti in quanto queste caratteristiche organolettiche (dovute alla presenza di Polifenoli: sostanze utilissime per la salute umana) se assenti contraddistinguono gli oli deodorati perché durante la deodorazione i polifenoli vengono per lo più eliminati dalle alte temperature.

Non mi resta che augurarvi “buona bruschetta” all’olio…

 

Il maggior spreco di alimenti viene fatto entro le mura domestiche

Un recente spot televisivo promosso dall’Associazione Oikos e finanziato dall’Unione Europea denuncia che il fatto che ogni persona getta oltre 70 Kg di cibo (materie prime e prodotti finiti) all’anno per un valore di circa € 50-60,00. Insomma la maggior parte degli sprechi alimentari, nonostante la crisi economica, vengono fatti a livello domestico.

Sarebbe auspicabile verificare l’attendibilità degli studi che hanno determinato questi valori e soprattutto confrontarli con altri che attestano ben altri valori (per lo più molto più bassi)! Ad ogni modo bisogna educare i cittadini ad un consumo responsabile degli alimenti non solo finalizzato al mantenimento della salute, ma anche proiettato verso una riduzione degli sprechi.

 

Troppi zuccheri negli alimenti

Molto spesso i prodotti alimentari confezionati, anche quelli tipicamente “salati”, vengono addizionati di “zuccheri nascosti” cioè di sostanze edulcoranti che pur essendo dichiarate in etichetta non sono identificabili dal comune consumatore quindi non sono visibili!
Oltre ai tipici glucidi (saccarosio, zucchero invertito, fruttosio concentrato, zucchero di canna, sciroppo di glucosio, lattosio, glucosio, destrosio, sorbitolo, miele, melassa, succo di frutta concentrato, succo di mele o d’uva, sciroppo di riso o d’acero, ecc.) facilmente riconoscibili, se non altro per il nome, spesso troviamo nei cibi dei composti edulcoranti di più difficile identificazione quali il sucralosio, la saccarina, l’acesulfame, la stevia, lo xilolo, il mannitolo, il maltitolo, il sucralosio, i ciclammati e tanti altri. Tutte sostanze che servono a rendere più appetibile l’alimento ingannando il consumatore per quanto concerne l’apporto di zuccheri!
Impariamo a leggere le etichette…

 

Stop alle bibite gassate extra-large

Tra le tante iniziative per contrastare l’obesità negli Emirati Arabi Uniti è stato deciso di vietare le confezioni extra-large delle bibite gassate. Tale iniziativa nasce dal fatto che il 20% della popolazione adulta locale soffre di diabete e che circa un terzo è obesa oltre a ciò va considerato il fatto che in media gli arabi consumano circa 100 litri/abitante/anno di bevande gassate classificandosi al quinto posto al mondo per il consumo di queste bibite.
Per chi volesse simpaticamente documentarsi su queste tematiche si consiglia la visione del film-documentario del 2004 “Super Size Me” interpretato e diretto da Morgan Spurlock.

 

 

Dr. Luciano O. Atzori

Consigliere Segretario dell’Ordine Nazionale dei Biologi
Coordinatore della Commissione permanente di Studio dell’ONB “Igiene, Sicurezza e Qualità”
Delegato nazionale per l’Igiene, la Sicurezza e la Qualità 

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