Dagli Archaea un’interpretazione flessibile del codice genetico

Roma, 30 dicembre 2025 (Agenbio) – Uno studio condotto da ricercatori dell’Università della California ha scoperto che un microbo appartenente alla famiglia degli Archaea può convivere con un po’ di ambiguità nel suo codice genetico, ribaltando un dogma standard della biologia secondo cui tutte le forme di vita copiano il Dna in modo univoco in proteine. Si tratta dell’organismo Methanosarcina acetivorans, che interpreta una sequenza di tre lettere – normalmente un codone di stop che segnala la fine di una proteina – in due modi diversi, sintetizzando due proteine diverse apparentemente in modo casuale, sebbene influenzato dalle condizioni ambientali. Riuscendo a sopravvive senza problemi con questa traduzione approssimativa, il microbo in questione dimostra che la vita può esistere anche con un codice genetico leggermente impreciso. L’ambiguità potrebbe essere nata per consentire ai microbi di incorporare un amminoacido non comune, la pirrolisina, in un enzima necessario per digerire un alimento specifico, la metilammina, che è comune nell’ambiente, compreso l’intestino umano. I risultati hanno implicazioni per le future terapie. Alcuni ricercatori hanno ipotizzato che l’introduzione di una certa imprecisione nel meccanismo di traduzione potrebbe aiutare a trattare le malattie causate da un codone di stop prematuro in geni importanti, che produce proteine non funzionali. Questo include circa il 10 per cento di tutte le malattie genetiche, tra cui la fibrosi cistica e la distrofia muscolare di Duchenne. Rendere un codone di stop leggermente permeabile potrebbe consentire la produzione di una quantità sufficiente di proteina normale per alleviare i sintomi. (Agenbio) Etr 10:00

https://www.pnas.org/doi/10.1073/pnas.2517473122