Mangiare per invecchiare più lentamente: il ruolo del DNA e delle scelte alimentari

Roma, 17 dicembre 2025 (Agenbio) – Nutrirsi è come conversare con il nostro codice genetico. Una ricerca apparsa su Advances in Nutrition evidenzia come ciò che mangiamo possa influenzare i meccanismi epigenetici che controllano l’invecchiamento e la tendenza a sviluppare patologie persistenti. La ricerca, diretta da Sofia Pavanello presso l’Università di Padova, ha esaminato più di cento lavori sui componenti nutritivi capaci di alterare il lavoro delle DNA metiltransferasi, quegli enzimi che attivano o disattivano i geni. Non parliamo di cambiamenti genetici veri e propri, ma di cambiamenti epigenetici, i quali possono essere modificati e risentono di influenze esterne, cibo compreso. Tanti di questi elementi attivi sono reperibili in cibi di tutti i giorni: i polifenoli sono ricchi nei piccoli frutti, nel tè verde e nel cioccolato; gli isotiocianati sono tipici di broccoli, cavoli e altre verdure della famiglia delle crocifere; i folati sono presenti in fagioli, spinaci e asparagi; le catechine si trovano nel tè verde e nelle mele; la curcumina, per finire, è il principio che conferisce alla curcuma la sua abituale tinta gialla. Lo scopo è scoprire come questi elementi possano funzionare quali veri e propri direttori naturali di come i geni si esprimono, aprendo la strada a un’alimentazione sempre più su misura e volta a una vecchiaia più in salute. (Agenbio) Emanuela Birra 9:00