Roma, 26 novembre 2025 (Agenbio) – Negli ultimi tre mesi in Europa c’è stata una vera e propria impennata di influenza aviaria: ben 1443 casi tra settembre e novembre, 4 volte in più del 2024. Ma l’allarme riguarda anche l’Italia, focolai si sono registrati nel Nord della penisola “a macchia di leopardo”. Le regioni più colpite sono Friuli Venezia Giulia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia, sia per contagi registrati negli allevamenti di pollame sia tra gli uccelli selvatici. A lanciare l’allerta è l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), che definisce “imperativo rafforzare la sorveglianza e applicare stringenti misure di biosicurezza”. Tra il 6 settembre e il 14 novembre 2025, spiega sono stati segnalati 1443 casi di influenza aviaria ad alta patogenicità (Hpai) A(H5) negli uccelli selvatici in 26 Paesi europei, quattro volte in più rispetto al 2024 e il numero più alto dal 2016. Nel corso di tale periodo gli uccelli acquatici in varie parti d’Europa sono stati fortemente infettati dall’Hpai, con casi rilevati anche in uccelli selvatici apparentemente sani. I danni stimati per le imprese agricole italiane a causa dell’influenza aviaria negli ultimi due anni, ammontano a circa 94 milioni di euro già stanziati da Roma e Bruxelles per gli indennizzi del 2022 e la gestione dei focolai. (Agenbio)




