Studio Cnr svela come la fibrosi cardiaca favorisca le aritmie

Roma, 16 ottobre 2025 (Agenbio) – Un team internazionale guidato dal Cnr-Ifc ha messo a punto un innovativo approccio di imaging che combina la mappatura elettrofisiologica del cuore con ricostruzioni tridimensionali ad alta risoluzione, rivelando come la fibrosi cardiaca possa alterare la propagazione degli impulsi elettrici, favorendo l’insorgenza di aritmie. La ricerca, pubblicata su Nature Cardiovascular Research, si è avvalsa di un protocollo ottico avanzato di clearing dei tessuti e un microscopio a foglio di luce mesoscopico, grazie al quale il gruppo ha ricostruito in 3D l’intera struttura dei ventricoli, identificando con precisione le zone fibrotiche e la loro relazione con i cardiomiociti circostanti. Integrando questi dati con modelli computazionali, è emerso che la fibrosi non è un tessuto “inerte”, ma può promuovere un anomalo accoppiamento elettrico tra cellule muscolari e fibroblasti, creando così il substrato per aritmie da rientro. «Finora non era chiaro come questo rimodellamento influisse sulla conduzione elettrica e sulla predisposizione alle aritmie – spiega Leonardo Sacconi (Cnr-Ifc), coordinatore dello studio -. Questa tecnica innovativa, che combina la mappatura elettrofisiologica del cuore con ricostruzioni tridimensionali ad alta risoluzione, ci ha permesso di osservare che le aree fibrotiche si comportano come una sorta di filtro: permettono la normale conduzione elettrica a frequenze fisiologiche, ma bloccano o rallentano la propagazione a frequenze elevate, come quelle che si verificano durante condizioni di stress o tachicardia. Abbiamo così dimostrato – conclude Sacconi – che non basta conoscere la struttura del cuore per prevedere il rischio aritmico: è fondamentale integrare anche i processi di rimodellamento elettrofisiologico che si verificano nelle zone fibrotiche». (Agenbio) Etr 10:00