I calciatori “di testa” rischiano deficit cognitivi

Roma, 30 settembre 2025 (Agenbio) – Secondo uno studio dell’Albert Einstein College of Medicine di New York e dell’Università Columbia, basato sull’analisi del cervello di centinaia di calciatori attraverso una sofisticata tecnica di imaging cerebrale, i giocatori che colpiscono spesso di testa subiscono una deformazione della corteccia cerebrale e, di conseguenza, vanno incontro a un deficit delle prestazioni cognitive.
La ricerca ha coinvolto 352 giocatori di calcio dilettanti adulti, di età compresa tra i 18 e i 55 anni, sottoposti alle scansioni cerebrali per la valutazione delle condizioni microstrutturali. Ne è emerso che chi colpiva più di testa presentava un maggiore assottigliamento dell’interfaccia orbitofrontale tra materia grigia e materia bianca, che hanno densità diverse e si muovono a velocità diverse in risposta all’impatto con la testa. La separazione tra materia grigia e materia bianca risultava più sfumata invece che netta, come si osserva in chi non colpisce di testa. Secondo gli esperti, queste microlesioni si sviluppano come una sorta di livido innescato dall’impatto col pallone. Sottoposti a test cognitivi, questi calciatori, pur essendo sani, mostravano prestazioni cognitive peggiori nei test di memoria e apprendimento rispetto a chi praticava sport senza collisioni alla testa. (Agenbio) Etr 12.00