Riforma degli ordinamenti professionali: esaminata in Consiglio dei Ministri la bozza di disegno di legge delega

Arriva oggi sul tavolo del Consiglio dei Ministri la bozza del disegno di legge che affida al governo la riforma degli ordinamenti professionali, escludendo le professioni forense, notarile e sanitarie. In tre articoli, il testo prevede che entro un anno vengano adottati nuovi decreti legislativi, con passaggio in Parlamento per il parere. Tra i punti chiave: valorizzare il ruolo economico e sociale delle professioni, difendere indipendenza e titolo riservato agli iscritti, introdurre specializzazioni su richiesta, riorganizzare i controlli sugli Ordini, e applicare le norme del pubblico impiego ai loro dipendenti. Si punta anche a snellire le nomine dei Consigli di disciplina, rendere obbligatoria la polizza assicurativa per i professionisti (anche tramite convenzioni collettive) e garantire l’equo compenso calibrato su qualità e caratteristiche delle prestazioni.

Il documento, oggi all’attenzione del CdM prevede l’ingresso dei Biologi nella specializzazione di Igiene Pubblica ad indirizzo Ambientale. Oltre alle altre che saranno successivamente individuate in quello stesso ambito. In procinto di essere emanati dal MUR anche i tre decreti riguardanti la legge sulle lauree abilitanti ed i tirocini formativi per i Biologi. La nuova classificazione integrata ed aggiornata delle competenze dei Biologi. La tripartizione dell’Albo professionale dei Biologi. In : Biologi Generali e biomedici e Biotecnologi con lauree attinenti alla materia; Biologi Ambientali e Biotecnologi con lauree attinenti alla Materie; Biologi Nutrizionisti. Con l’indicazione delle specifiche lauree ed i relativi CFU. Ampliare le competenze in generale, riferire anche alle nuove discipline professionali intervenute ( Biologia Molecolare, PMA; Ambiente; Genomica; Bio informatica; Bio restauro; Biologia Marina; Nutrizione integrata di nuove competenze)


RASSEGNA STAMPA

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    *Professioni: bozza ddl delega per riforma, ecco i nuovi criteri*
    Nel Consiglio dei ministri di oggi è previsto anche l’esame del disegno di legge che delega il governo per la riforma e il riordino degli ordinamenti professionali. La bozza del provvedimento, che si compone di tre articoli, delega l’esecutivo ad adottare uno o più decreti legislativi per la “revisione ed il riordino degli ordinamenti delle professioni, con esclusione della professione forense, di quella notarile e delle professioni sanitarie”. L’obiettivo – si legge nella relazione illustrativa – è provvedere all'”ammodernamento dell’intero settore, anche con riferimento all’impatto che le nuove tecnologie stanno dispiegando sul modo di esercitare l’attività professionale”.
    Nel dettaglio, l’articolo 1 contiene una delega al governo per l’adozione di decreti legislativi entro dodici mesi dall’entrata in vigore della legge. Gli schemi dei decreti legislativi “sono trasmessi alle Camere per l’espressione del parere, da rendersi entro il termine di trenta giorni dalla data di trasmissione”.
    L’articolo 2 stabilisce i principi e i criteri a cui il governo deve attenersi. Tra questi, la bozza propone di: “valorizzare il ruolo sociale ed economico delle professioni regolamentate e riconoscere il contributo da esse apportato allo sviluppo economico, sociale e culturale del Paese”; “garantire l’indipendenza e l’autonomia intellettuale del professionista”; “limitare l’uso del titolo professionale a chi è iscritto al relativo albo”; disciplina delle specializzazioni, non per tutte le professioni, ma “solo per quelle che ne faranno esplicita richiesta al legislatore delegato, sulla base delle competenze ad esse attribuite”; riorganizzare il sistema di vigilanza e controllo degli Ordini e Collegi da parte dei Ministeri; prevedere che ai dipendenti degli Ordini e Collegi si applichino “le norme di cui al d.lgs. n. 165/2001 ed il Ccnl del comparto Funzioni Centrali”.
    (segue)
    (Ant/Adnkronos)ISSN 2465 – 1222
    04-Sep-2025 12:34
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    *Professioni: bozza ddl delega per riforma, ecco i nuovi criteri* (2)
    E ancora: riformare il sistema di nomina dei Consigli di disciplina territoriali e nazionali, stabilendo che i componenti siano “nominati rispettivamente dai Consigli degli Ordini e Collegi Territoriali e dai Consigli Nazionali e comunicati al Presidente del Tribunale territorialmente competente”, visto che l’attuale sistema “determina una lungaggine nel procedimento di nomina che il legislatore delegato è chiamato a risolvere”; introdurre l’obbligo per i professionisti di stipulare una polizza assicurativa, ma prevedere anche che “i Consigli Nazionali e le Casse di Previdenza privatizzate possano stipulare convenzioni e polizze collettive a favore dei propri iscritti”; prevedere l’introduzione di un equo compenso per il professionista, proporzionato a “quantità, qualità nonché al contenuto specifico ed alle caratteristiche delle prestazioni professionali”.