Una edizione da vivere pienamente. Soprattutto per i biologi tra i protagonisti della nuova edizione di Riscarti, il festival di riciclo artistico in programma, presso la Vaccheria Eur, dal 19 settembre al 5 ottobre 2025. Trenta artisti, talk, performance, laboratori didattici e ricerca scientifica. E ancora. All’interno del Festival si terrà una mostra personale collaterale a Taste’accio. Direttrice artistico dell’evento è Marlene Scalise. L’invito è rivolto a tutti e l’ingresso è gratuito.
“La biologia e l’arte, due mondi che si incontrano per il bene del pianeta. Ciascuno di noi è chiamato a fare la sua parte” – ha dichiarato Vincenzo D’Anna Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Biologi che insieme all’Ordine dei Biologi del Lazio e dell’Abruzzo, sono i promotori del progetto “Earth” acronimo di Environment, Art, Recycling To Hope. La kermesse rappresenta una nuova sfida per i biologi “che – aggiunge il presidente D’Anna -, attraverso l’arte, avranno l’occasione di sottolineare l’importanza di utilizzare materiali di scarto per il bene e la tutela dell’ambiente”. A tal proposito aggiunge Daniela Arduini, presidente dell’Ordine dei Biologi del Lazio e dell’Abruzzo “attraverso il progetto Earth, intendiamo sensibilizzare i cittadini sull’urgenza di una nuova alleanza tra uomo e natura, basata su conoscenza, responsabilità e azione”. “Come Ordine – conclude Arduini -, siamo orgogliosi di contribuire con le nostre competenze a un evento che dà nuova vita ai materiali, ma soprattutto nuove prospettive al futuro del nostro pianeta”. Se la biologia è la scienza del terzo millennio, l’arte resta il linguaggio universale che presta la sua voce alla scienza. Il 20 settembre sarà una giornata cruciale dedicata ai talk scientifici per parlare di transizione ecologica ed educazione ambientale, tema congeniale ai biologi. A riguardo sottolinea Elvira Tarsitano, responsabile scientifico dell’evento dal titolo “La Citizen Science per il raggiungimento degli Obiettivi dell’agenda 2030”: “Le città con i loro spazi e i parchi urbani possono costruire un Sense of place proteggendo le caratteristiche ambientali e culturali degli ecosistemi urbani, usare l’istruzione e le arti per informare e drammatizzare il significato del luogo e scoprire e incorporare le loro canzoni”. “Il Sense of place – prosegue Tarsitano -, deve informare e ispirare gli abitanti delle città di ogni età, sesso, orientamento sessuale e religione, compresi i decision makers e i pianificatori. Il modo con cui progettiamo e viviamo le nostre città e i nostri stili di vita, i nostri processi sociali e politici e le nostre istituzioni devono corrispondere ai modelli identitari dei luoghi in cui viviamo. Le città – conclude -, possono essere sia ecologicamente che socialmente rigenerative attivando il proprio Sense of place”.