Roma, 10 dicembre 2025 (Agenbio) – Le diagnosi di ADHD aumentano in molti Paesi, Italia compresa. Non perché il disturbo sia più frequente oggi, ma perché lo riconosciamo meglio. La prevalenza reale, stimata da studi globali, resta stabile intorno al 5% nei bambini e al 2-3% negli adulti; in Italia le stime cliniche si aggirano sul 3%. L’aumento dei riconoscimenti riguarda soprattutto le donne, il cui profilo meno “rumoroso” era storicamente sottovalutato. La scienza spiega che le diagnosi crescono anche grazie a criteri più incisivi, introdotti con il DSM-5, che permettono di identificare forme meno evidenti e di diagnosticare l’ADHD anche in età adulta. Si aggiunge poi una maggiore attenzione clinica alle comorbidità: ansia, depressione, autismo, spesso presenti insieme al disturbo. L’ADHD non è una semplice difficoltà di concentrazione, ma una condizione neurobiologica che può compromettere scuola, lavoro e relazioni. Per questo, oggi si punta su un approccio integrato: valutazioni specialistiche accurate, supporti educativi, interventi psicologici e, quando indicato, farmaci che migliorano attenzione, impulsività e qualità di vita. Più diagnosi non significano moda o abuso, ma il segno di una società che finalmente riconosce ciò che per anni è rimasto invisibile. (Agenbio) Emanuela Birra 13:00




