Roma, 4 novembre 2025 (Agenbio) – In uno studio pubblicato su Plose One, un gruppo di ricercatori dell’Ohio State University sostiene che i miceli, grazie alle loro proprietà, potrebbero rappresentare una valida alternativa ai microchip impiegati per elaborare e archiviare memorie digitali e altri dati informatici. Il team di studiosi ha coltivato funghi champignon e shiitake (Lentinula edodes) e, una volta maturi, li ha disidratati per farli sopravvivere in un lungo periodo. Successivamente, li hanno collegati a speciali circuiti elettronici, sottoponendoli a diversi voltaggi e frequenze e addestrandoli a funzionare come un memristore organico, un particolare componente elettronico che ha la proprietà di ricordare lo stato elettronico e di rappresentarlo tramite segnali analogici. Dalle successive sperimentazioni, il team ha scoperto che questi nuovi dispositivi basati sui funghi mostravano effetti di memoria riproducibili simili a quelli dei chip basati sui semiconduttori. In particolare, se utilizzati come Ram, ossia la memoria del computer che memorizza i dati, erano in grado di passare da uno stato elettrico all’altro fino a 5.850 segnali al secondo, con una precisione di circa il 90 per cento. Questi funghi nei computer potrebbero anche essere utilizzati per creare altri tipi di componenti informatici economici e sostenibili. (Agenbio) Etr 12:00
			



