Roma, 28 ottobre 2025 (Agenbio) – Una recente indagine condotta dall’IRET-CNR ha portato alla luce un dato allarmante: nelle principali città italiane, come Torino, Firenze, Roma e Palermo, oltre la metà delle specie di pipistrelli è sparita negli ultimi decenni. Le cause principali sono da attribuire a molteplici fattori come l’espansione urbana, l’uso di pesticidi, l’inquinamento luminoso e una gestione poco attenta del verde pubblico. I pipistrelli, predatori instancabili di insetti dannosi o vettori di malattie come le zanzare, sono alleati preziosi per gli ecosistemi urbani. Senza di loro, le città diventano più vulnerabili all’invasione di insetti nocivi con potenziali conseguenze sulla salute pubblica e sui costi di gestione del verde e dell’agricoltura. Le specie più colpite sono quelle meno adattabili e che hanno sviluppato tecniche di caccia molto specifiche. Tra queste troviamo gli orecchioni, un tipo di pipistrelli caratterizzato da enormi orecchie, che è particolarmente sensibile alla perdita di habitat e all’inquinamento luminoso. Lo studio, pubblicato su Animal Conservation, sottolinea l’importanza non solo per gli animali, ma anche per l’essere umano di ripensare alla progettazione degli spazi urbani, ridurre i pesticidi e creare aree verdi. Anche l’installazione di bat-box rifugio, la creazione di “corridoi bui” per ridurre l’inquinamento luminoso e la tutela dei dormitori delle colonie superstiti sono elementi fondamentali per cercare di invertire la tendenza di declino delle popolazioni di pipistrelli urbani. (Agenbio) Alu 11:00




