Tumore vescica, “cerotto” chemioterapico evita l’intervento chirurgico

Roma, 4 settembre 2025 (Agenbio) – Un “cerotto medicato interno”, posizionato nella vescica, rilascia lentamente e in modo continuo il farmaco chemioterapico gemcitabina direttamente sulla zona colpita da tumore, consentendo in alcuni casi di evitare o rimandare la cistectomia, l’intervento chirurgico più invasivo che comporta la rimozione della vescica. È quanto evidenzia lo studio multicentrico internazionale SunRISe-1 sul dispositivo TAR-200, pubblicato sul Journal of Clinical Oncology, coordinato dalla University of Southern California, con il maggior numero di pazienti arruolati a livello mondiale dall’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena. Il nuovo dispositivo TAR-200 ha ottenuto un tasso di risposta completa mai visto prima, pari all’82 per cento nei pazienti con carcinoma uroteliale ad alto rischio, non muscolo invasivo, non più responsivi all’immunoterapico BCG. Le risposte sono state rapide e durature e il trattamento è risultato ben tollerato. Per capire la novità del dispositivo, basta pensare alle terapie tradizionali: il farmaco viene introdotto e resta nella vescica solo per breve tempo, come svuotare un secchio d’acqua tutto in una volta. TAR-200, invece, lavora come un “innaffiatoio a goccia”, distribuisce la gemcitabina in modo costante e mirato, mantenendo la terapia attiva per settimane. (Agenbio) Etr 14.00