Rna circolari, un allert per la leucemia linfatica cronica

Roma, 4 agosto 2025 (Agenbio) – Un gruppo internazionale di ricercatori ha compiuto una scoperta nella comprensione della leucemia linfatica cronica (Cll) relativa ad alcuni Rna circolari, molecole speciali ancora poco conosciute, ma promettenti, che si sono rivelate indicatori chiave per marcare le forme più aggressive della malattia, con alterazioni cromosomiche che aumentano la produzione della proteina BCL3. Tra i protagonisti dello studio, pubblicato sul Journal of Hematology & Oncology, i ricercatori Eleonora Roncaglia ed Enrico Gaffo, del CNR Sviluppo di Terapia genica e Farmaci a Rna, finanziato dal programma NextGeneration EU. La ricerca è stata condotta nei laboratori di Medicina Computazionale del dipartimento di Scienze chirurgiche, oncologiche e gastroenterologiche dell’Università di Padova, e dell’Unità di Ematologia del dipartimento di Medicina. Lo studio ha coinvolto 28 centri di ricerca e ospedali in 12 Paesi, con il coordinamento scientifico dell’Università di Padova. I ricercatori hanno guidato la raccolta e l’analisi dei campioni, confrontando cellule tumorali aggressive, forme comuni della leucemia e cellule sane del sistema immunitario. Con metodologie avanzate di sequenziamento e algoritmi informatici, hanno analizzato per la prima volta il “trascrittoma circolare”, l’insieme degli Rna che invece di presentarsi nella solita forma “a filo” sono chiusi a cerchio, in pazienti con una rara forma aggressiva di leucemia linfatica cronica (circa l’1% dei casi diagnosticati). Hanno identificato così alcuni Rna circolari molto abbondanti nelle cellule maligne – le molecole circCORO1C e circCLEC2D – presenti in quantità elevate nei casi più gravi della malattia. “Queste molecole – spiega Stefania Bortoluzzi del dipartimento di Scienze chirurgiche, oncologiche e gastroenterologiche, coordinatrice della ricerca -, possono diventare veri e propri marcatori di aggressività tumorale. La loro scoperta ci permette di prevedere con maggiore precisione l’evoluzione della malattia e, in futuro, potrebbero diventare nuovi bersagli per lo sviluppo di farmaci a Rna”. Andrea Visentin, del dipartimento di Medicina, ha aggiunto che “studiare una forma così rara e aggressiva della leucemia ha richiesto una collaborazione internazionale, ma è grazie all’impegno e all’innovazione dei nostri giovani ricercatori che siamo riusciti a compiere questo importante passo avanti”. (Agenbio) Mmo 09.00