La tirzepatide antidiabete dimagrante protegge dalle malattie cardiovascolari

Roma, 1 agosto 2025 (Agenbio) – La tirzepatide aiuta a non avere problemi cardiovascolari. A dimostrarlo uno studio Surpass-Cvot che ha dimostrato una non inferiorità nel tasso di eventi avversi cardiovascolari maggiori (Mace-3), che includevano morte cardiovascolare, infarto del miocardio o ictus, rispetto a dulaglutide, in pazienti con diabete di tipo 2 e malattia cardiovascolare aterosclerotica conclamata. Sono stati quindi resi noti i risultati dello studio pionieristico di fase 3 sugli esiti cardiovascolari, in pazienti diabetici, di due terapie incretiniche messe a confronto: tirzepatide, doppio agonista dei recettori Gip/Glp-1, e dulaglutide, agonista del recettore del Glp-1 che, nello studio Rewind, ha dimostrato un chiaro beneficio cardiovascolare. Nel trial, pur in mancanza di applicazione di controlli per il tasso di errore tipo 1 corretto per la molteplicità – si legge in una nota – tirzepatide ha mostrato benefici superiori su parametri chiave quali l’emoglobina glicata (Hba1c), il peso, la funzione renale e la mortalità per tutte le cause. Lo studio, ha coinvolto oltre 13mila partecipanti in 30 Paesi, si è protratto per più di 4 anni e mezzo e rappresenta il più ampio e lungo studio mai condotto su tirzepatide. Nello studio – dettaglia la nota – il rischio di morte cardiovascolare, infarto miocardico o ictus è risultato inferiore dell’8% per tirzepatide rispetto a dulaglutide (Hr: 0,92; Ic 95,3%: 0,83-1,01), soddisfacendo i criteri predefiniti di non inferiorità. Tale risultato implica automaticamente una superiorità rispetto a un ipotetico placebo. Gli eventi avversi più comunemente riportati nello studio Surpass-Cvot per entrambi i trattamenti sono stati di natura gastrointestinale, generalmente di entità lieve o moderata, e nella maggior parte dei casi si sono risolti una volta completata la fase di titolazione della dose. (Agenbio)