La parola torni agli elettori – Editoriale di Vincenzo D’Anna

Editoriale del presidente della FNOB, Vincenzo D’Anna, pubblicato sul numero di maggio del Giornale dei Biologi.

Per quanto pochi possano essere i lettori di questa rubrica, affido ad essi la conoscenza dei miei propositi per ciò che riguarda il futuro della FNOB. È cosa risaputa che i Biologi abbiano sempre seguito – poco o niente – le vicende del proprio Ordine professionale, preda come sono di un’apatia congenita e della vocazione a informarsi attraverso il “sentito dire”. D’altronde sono ancora più di diecimila coloro i quali, pur in presenza di un’imposizione di legge che prevede una multa e la sospensione dall’Albo professionale, non si sono dotati di una PEC e con il cinquanta percento degli iscritti che non legge le e-mail e le newletter che pure riceve dall’Ordine (attuale FNOB) né consulta il sito istituzionale.

Si spera, ovviamente, che questo stato di cose possa essere sovvertito dopo la nascita degli Ordini Regionali ed il più stretto contatto che questi stanno via via instaurando con i propri iscritti, anche se dubito che così possa realmente essere. Gli sforzi compiuti dall’ex ONB, nell’ultimo quinquennio, di accorciare le distanze tra gli organi amministrativi e la base degli iscritti non hanno evidentemente sortito l’effetto di avvicinare tutti questi alla conoscenza dei problemi della categoria. Problemi in gran parte risolti, e naturalmente già cancellati nella memoria collettiva, ma che certo non hanno eliminato tutte le criticità esistenti.

Un duro lavoro di tipo legislativo e normativo resta ancora da realizzare, affinché annosi problemi vengano a risoluzione e nuove competenze e opportunità siano messe a disposizione della grande famiglia dei Biologi italiani. Dalle Specializzazioni tenute presso i Dipartimenti delle Facoltà di Scienze Biologiche, alla giusta remunerazione degli stessi specializzandi, dall’ampliamento delle competenze in taluni ambiti specifici della professione, al nuovo Albo degli iscritti secondo diverse modalità di accesso al medesimo, dalla legge sulla Nutrizione all’inserimento dei Biologi negli enti locali (Biologo di Comunità), dall’ampliamento delle possibilità di inserimento dei Biologi nei nuovi campi di esercizio professionale tuttora scoperti come Ambiente, Sicurezza alimentare, Epigenetica e Genomica al completamento delle intese in itinere con FAO, Federfarma ed Arpa.

A questo va aggiunto il critico e complicato rapporto venutosi a creare con alcuni Ordini Regionali che si muovono in antagonismo alla Federazione e il quadro sarà così completo. Per fare tutto questo occorrono condizioni di base senza le quali manca l’amalgama e la fiducia reciproca tra dirigenti per poter fare un lavoro per la Categoria proficuo ed in armonia. Ad oggi queste condizioni di sincera collaborazione e di armonica fusione non sussistono!

A coloro che hanno seguito la consueta trasmissione “Il Presidente risponde” abbiamo spiegato quali siano i fattori che hanno determinato questa situazione critica e di antagonismo tra Ordini territoriali e Federazione nazionale, quali gli esiti delle elezioni che hanno eletto i componenti del Comitato Centrale della FNOB sulla base del comportamento di taluni presidenti che hanno deviato dagli impegni “politici” assunti con gli elettori non votando la lista “Biologi per il Rinnovamento” nel suo complesso. Un siffatto comportamento ha determinato l’ingresso nel Comitato Centrale della FNOB di persone non in linea con la Presidenza né con il manifesto politico-programmatico in base al quale è stato riscosso un largo e maggioritario voto.

Ben oltre ventimila biologi hanno conferito alla lista “Biologi per il Rinnovamento” la maggioranza assoluta degli eletti in dieci regioni su undici e tuttavia questa non si è convertita in maggioranza assoluta nella FNOB come era moralmente e politicamente giusto che avvenisse. Se si tradisce il mandato ricevuto liberamente e democraticamente dagli iscritti viene meno il mandato fiduciario tra eletti ed elettori e con esso la legittimazione a governare. Su queste basi etiche si fondano la democrazia e la legittimità a governare le istituzioni e quella che deve governare i Biologi non può e né deve fare eccezioni.

Bisogna rispettare il voto degli iscritti piegandosi al loro volere, al consenso da questi espresso e agire di conseguenza. Se così non fosse tutti gli sforzi per chiamare gli iscritti a decidere si rivelerebbero una miserabile quanto inutile messa in scena.

Ricapitolando: il voto difforme al mandato ricevuto dagli elettori, espresso da alcuni Presidenti regionali impedisce l’osservanza piena e coerente di quel mandato elettorale. Sia ben chiaro che non vi sono, in questo ragionamento, idiosincrasie ed antipatie personali. Si tratta bensì della mera conseguenza di quanto dovuto alle decisioni assunte dai Biologi elettori. Parimenti chiaro deve essere il concetto che tali difformità non possono né devono rimanere occultate dentro le mura del “Palazzo”, ma essere rese note e spiegate alla base degli iscritti nella sua totalità. Una chiarezza coerente che è il presupposto per esercitare moralmente e fattualmente il potere di governare il Biologi Italiani.

Innanzi a questa traumatica evenienza ciascuno ha il dovere di trarne le conseguenze ed operare perché ci sia rispondenza tra la volontà degli elettori e quella degli eletti. Niente di buono può essere costruito sull’inganno e sul trasformismo politico amministrativo e ritengo che tale comportamento non possa essere ritenuto una banalità sulla quale sorvolare.

Pertanto, la scelta non può che essere il ritorno agli elettori, affinché si possa eleggere un nuovo Comitato Centrale. Questo dovrà avvenire chiamando i Presidenti regionali ad esprimersi nuovamente, e si spera, stavolta, sulla scorta del mandato da questi ricevuto dai propri elettori in coerenza col programma e le liste presentate in ciascuna regione. Si perderà un poco di tempo, d’accordo, ma lo si guadagnerà in appresso amministrando in coerenza alle decisioni assunte dai Biologi che si sono recati alle urne. Che sono e restano gli unici depositari delle decisioni da assumere.

 

Sen. dott. Vincenzo D’Anna

Presidente della FNOB