Scoperta nuova strategia per neoplasie mieloproliferative  

Pubblicato su Leukemia lo studio dei ricercatori dell’Università di Modena e Reggio Emilia, coordinati da Rossella Manfredini, che hanno identificato una strategia terapeutica “MYNERVA” per inibire la fibrosi del midollo osseo in pazienti con mielofibrosi primaria. La mielofibrosi è un tumore che colpisce le cellule staminali del sangue. Si è dimostrato che colpendo la proteina osteopontina è possibile interferire con l’evoluzione della fibrosi del midollo osseo. “Le attuali terapie non sono in grado di interferire in modo significativo con lo sviluppo di fibrosi midollare che porta a un sostanziale aggravamento delle condizioni cliniche e a una riduzione della sopravvivenza dei pazienti – spiega la Manfredini -. L’identificazione di nuove terapie anti-fibrotiche rimane una priorità nella cura della malattia”. “In un precedente studio – aggiunge la prof.ssa Elisa Bianchi – avevamo scoperto che l’osteopontina, molecola che favorisce la fibrosi, è significativamente aumentata nel plasma di pazienti affetti da mielofibrosi. La concentrazione è maggiore nei pazienti con un quadro di fibrosi del midollo osseo più grave e una prognosi peggiore. Ci siamo così focalizzati sull’identificazione di nuovi approcci terapeutici volti ad inibire l’attività dell’osteopontina”. “In laboratorio abbiamo valutato l’effetto di numerosi farmaci, su cellule in coltura ottenute da pazienti con mielofibrosi – spiega il Dott. Sebastiano Rontauroli -. Un numero molto ristretto di farmaci che si sono dimostrati efficaci sulle cellule in coltura ha portato una marcata riduzione dei livelli di osteopontina nel plasma e della fibrosi midollare per chi veniva trattato con il farmaco ulixertinib. La dott.ssa Lara Tavernari spiega come “abbiamo inoltre dimostrato che l’inibizione dell’attività e non solo della produzione di osteopontina mediante somministrazione di specifici anticorpi monoclonali diretti contro questa proteina determina una marcata riduzione della fibrosi midollare. Complessivamente i dati dimostrano che l’inibizione della produzione o dell’attività di ostepontina può rappresentare un nuovo approccio terapeutico per interferire con lo sviluppo della fibrosi midollare nei pazienti con questa patologia e per lo sviluppo di cure più mirate e precise. Poichè i farmaci dai noi utilizzati sono ben tollerati in pazienti con altri tipi di tumori, stiamo progettando lo sviluppo di una sperimentazione clinica da iniziarsi appena ottenute le necessarie autorizzazioni”. (Agonb) Mmo 12:00