Acufeni potrebbero essere sintomo di malattie neurodegenerative

Roma, 9 marzo 2023 (Agonb) – Il fischio dell’orecchio, meglio conosciuto come acufene, si manifesta con una percezione sonora che nella realtà non è stata emessa e quindi non udibile dall’esterno. Si tratta di un problema molto diffuso e anche se non manifestato in maniera frequente, almeno una volta nella vita capita a tutti di sentirlo. La dott.ssa Arianna Di Stadio, docente all’Università di Catania e ricercatrice al Queen Square Neurology di Londra, ne spiega il meccanismo. All’emissione di suoni, le cellule dell’orecchio vengono stimolate e producono un impulso nervoso che giunge al cervello, organo in grado di identificare di che suono si tratta. Quando si ha a che fare con l’acufene lo stimolo sonoro esterno non è presente, perciò le cellule si attivano da sole per una serie di cause riconducibili ad una condizione di sofferenza della cellula: trauma acustico, invecchiamento dell’udito e problematiche di alterazione del micro-ambiente dell’orecchio. L’esperta chiarisce che, sebbene l’acufene sia un evento che si verifica spesso, è comunque transitorio, perché le cellule dell’orecchio o guariscono oppure muoiono ed in entrambi i casi il fischio all’orecchio sparisce. Bisogna pertanto fare attenzione, perché quando l’acufene persiste per più di sei mesi potrebbe essere un sintomo di malattie neurodegenerative come la sclerosi multipla. La persistenza indica, infatti, la presenza di un’infiammazione della zona uditiva del cervello (neuro-infiammazione) dovuta allo stimolo periferico continuo proveniente dall’orecchio. (Agonb) Anna Lavinia 12:00