“Arrivederci”: online l’editoriale del presidente D’Anna pubblicato sull’edizione di novembre-dicembre del Giornale dei Biologi

Pubblichiamo l’editoriale scritto dal presidente D’Anna sull’edizione di novembre-dicembre del Giornale dei Biologi

 

Volgono al termine l’esperienza e l’impegno quinquennale del Consiglio dell’Ordine dei Biologi e della mia presidenza. Con essi anche la storia ultracinquantenaria dell’ONB, costituitosi con la legge istitutiva n. 396 del 24 maggio 1967, che chiuderà definitivamente i battenti alla fine di quest’anno.

L’Ordine Nazionale “soppresso” sarà sostituito dalla Federazione degli undici Ordini Regionali dei Biologi i cui organismi dirigenti sono stati eletti nel corso della tornata di votazioni conclusasi qualche giorno fa. Hanno votato oltre tredicimila iscritti scegliendo i quindici componenti di ciascun Direttivo regionale e i Revisori dei Conti. I componenti del Direttivo di ciascuna regione hanno eletto, a loro volta, in conformità con la legge, presidente, vicepresidente, tesoriere e segretario di ciascun ente territoriale. In estrema sintesi: il decentramento amministrativo, avviato nel giugno del 2021, con l’apertura delle sedi regionali, ha trovato la sua definitiva attuazione.

Si apre dunque una nuova, storica, fase gestionale che porterà gli iscritti ad avere uno specifico punto di riferimento, anche amministrativo, a pochi passi da “casa”. Ciascun Ordine, infatti, eserciterà in loco le funzioni prima delegate alla struttura nazionale, come: tenuta degli Albi, Commissione di Disciplina di primo grado, erogazione dei principali servizi dedicati agli iscritti, formazione e informazione. A corollario di questo ci saranno la gestione degli eventi scientifici e formativi, il finanziamento di agevolazioni per master, summer school, la formazione sul campo, la risoluzione di questioni e criticità locali.

Nessuno, insomma, da questo momento in poi, avrà più scusanti né alibi per non essere informato e partecipe alla vita del proprio ordine. Un legame che si fa ancor più stretto con il territorio e che avrà come protagonisti gli eletti e gli iscritti del medesimo ente. Tuttavia, per dirla alla Massimo D’Azeglio: “Fatta l’Italia resta ancora da fare gli italiani”. Ebbene sì, cari colleghi! La triste verità è che gran parte dei nostri iscritti poco si cura dell’Ordine. Sono ancora molti coloro i quali elevano critiche avventate e immotivate pontificando dall’alto di una “non conoscenza” della vita e delle opere fatte dall’ONB.

Peggio ancora: tantissimi sono quelli che nemmeno leggono le comunicazioni (newsletter) o consultano il sito istituzionale non sfruttando, di conseguenza, le tante opportunità che pure sono state (e ancora si vanno) create! Un solipsismo incoercibile che porta tante, troppe persone, fuori e lontano dal crocevia della cognizione di fatti e occasioni che non chiedono altro che di essere meglio sfruttate. Gli ordini regionali certo potranno incidere maggiormente ad accorciare le distanze e ampliare la conoscenza di quanto sia importante la tutela dell’ente professionale e il sostegno del medesimo per far crescere la categoria.

Fino a quando questo convincimento non sarà diffuso, ogni iniziativa, ogni cambiamento, ogni riforma, avranno ripercussioni minime sulla rappresentanza. Ora, tornando a noi: è questa l’esperienza che ho maturato nel corso della mia Presidenza in via Icilio. Troppa ignoranza sostiene critiche e lamentazioni anche se queste nascono all’oscuro dei fatti narrati. Chi verrà in seguito dovrà perseguire questo compito essenziale: accorciare le distanze tra amministratori ed amministrati, trovare il sistema per farsi ascoltare.

Molte cose sono state migliorate e riformate in questo ultimo quinquennio, ma questo non è stato diffusamente (e minimamente) compreso. Il tempo, però, è galantuomo e rende giustizia a chi ha ben operato. Il Consiglio dell’Ordine ha la coscienza e le mani pulite: ha cambiato quel che si poteva e preparato quel che si potrà in futuro. È questo il lascito, il testimone che passiamo a chi sarà democraticamente eletto in seguito. Pensate: su 55mila iscritti solo un quinto ha espresso un voto alle ultime elezioni ordinistiche. Decisamente troppo pochi per poter essere soddisfatti. Mi piace pensare, però, che sia un punto di partenza e che i futuri traguardi saranno migliori. Ora è il tempo del commiato. Un semplice e sincero grazie a tutti coloro che ci hanno sostenuto e un augurio affettuoso a voi tutti.

 

Dott. Vincenzo D’Anna

Presidente dell’Ordine Nazionale dei Biologi