Come balene in bottiglia. Recensione del libro di Giacomo Talignani

Viaggio nella crisi climatica tra animali smarriti, uomini intrappolati e messaggi inascoltati

Quando nel mondo è scoppiata la pandemia planetaria nel cuore dell’oceano è nata una balena: Wally.
Aveva una missione, raggiungere l’Artico, cibarsi e tornare a casa. Ma a causa della crisi climatica che abbiamo innescato il cucciolo si è prima separato dalla madre e poi perso nel polo, fino a raggiungere mari più caldi, inquinati e con nuovi pericoli.
La sua lunga avventura per ritrovare la via di casa lo porterà persino in Italia e si trasformerà in un viaggio alla scoperta delle fragilità di un Pianeta minacciato dall’emergenza clima, l’inquinamento da plastica, la perdita di biodiversità oppure l’invasione di specie aliene. Tutte criticità in cui c’è sempre di mezzo l’uomo che, dalle foreste dell’Amazzonia sino agli uliveti di Puglia, dall’Antartide al Mediterraneo, continua a ignorare i segnali della natura. Questa volta però Wally porterà con sé un messaggio in bottiglia: ascoltandolo, forse saremo ancora in grado di salvare il futuro della Terra.

 

L’autore

Giacomo Talignani è un giornalista che scrive di ambiente, esteri, cronaca e viaggi.
Da quindici anni lavora con La Repubblica, dove sulle pagine del quotidiano nazionale e sul sito “Green&Blue” racconta storie di attualità con focus sulla crisi climatica, ambientale e le emergenze italiane e del mondo.
Nel mezzo è stato anche redattore nelle cronache locali, ha collaborato a diverse inchieste, seguito mondiali ed europei e per quattro anni è stato vicecaposervizio all’Huffington Post.
Collabora con diversi siti e riviste nazionali e ogni mese porta in televisione a Geo, trasmissione di Rai Tre, esempi, progetti e vicende sulla vita del Pianeta. Questo è il suo primo libro.