Dopamina stimola le api alla ricerca del polline

Roma, 30 aprile 2022 (AgOnb) – Un gruppo di ricercatori ha studiato il comportamento delle api esploratrici (o scout) e lo ha correlato con i loro profili di espressione genica.

L’identificazione delle api scout è facilitata dalle nette differenze individuali in questo tipo di comportamento; la maggior parte delle api non diventeranno mai esploratrici. Le scout possono essere specializzate nella ricerca di cibo nella ricerca di un nuovo luogo dove insediarsi. Questi due tipi di specializzazioni condividono una base comune: un’ape nest-scout ha una probabilità 3.4 volte maggiore di diventare food-scout rispetto alle api che non hanno mai manifestato alcun comportamento esplorativo. I ricercatori si sono quindi concentrati sulle basi molecolari dello scouting; una volta identificate, mediante specifici esperimenti, le api scout sono state catturate, dissezionate e i loro cervelli analizzati mediante la tecnica dei microarray, che consente di quantificare il livello di espressione di un elevato numero di geni – in questo caso circa 7500, laddove l’intero genoma dell’ape ne comprende circa 10000. Il confronto fra api non-scout e api scout ha rivelato, in queste ultime, una significativa variazione nell’espressione di svariati geni, in particolare quelli coinvolti nell’attività di neurotrasmettitori come catecolamina, acido butirrico e glutammato. A conferma dell’importanza di questi neurotrasmettitori, i ricercatori hanno dimostrato che l’assunzione di glutammato rende le api non-scout più inclini ad andare in cerca di cibo quando l’alveare viene spostato; un simile comportamento è stato osservato anche in seguito alla somministrazione di octopamina o al blocco chimico dei recettori per la dopamina. È interessante sottolineare che molti dei geni individuati come caratteristici delle api scout, in particolare i recettori per dopamina e glutammato, sono associati a comportamenti di ricerca delle novità anche nei vertebrati. Tutto ciò nonostante la grande distanza filogenetica che li separa dagli insetti.

I risultati indubbiamente interessanti ma che vanno trattati con cautela, per due motivi. Innanzitutto, l’espressione di un gene è una delle prime tappe di un percorso biologico ma non è certo sufficiente a descriverlo nel suo intero; innumerevoli sono i processi biochimici e fisiologici che intercorrono fra l’espressione genica e il comportamento, quindi attenzione prima di farsi prendere la mano da interpretazioni eccessivamente riduzioniste. Il secondo motivo di prudenza è una conseguenza del primo e riguarda il confronto delle basi molecolari di un comportamento fra due specie così diverse come api e uomini. L’importanza del comportamento esplorativo per la sopravvivenza e lo sviluppo di entrambe le specie è indiscutibile, ma le facili metafore non devono condurci sulla strada sbagliata: il comune retaggio genetico non comporta necessariamente una paragonabile complessità del circuito neurale che su di esso si basa dal momento che i meccanismi di gratificazione e ricompensa che regolano il sistema comportamentale umano sono incredibilmente più articolati di quelli delle api. (AgOnb) Matteo Piccirilli 9:00