Trial di restrizione calorica rivela fattori chiave nel miglioramento della salute

Roma, 1° marzo 2022 (Agonb) – Un nuovo studio guidato dai ricercatori della Yale University e pubblicato su Science conferma i benefici di moderate restrizioni caloriche e identifica una proteina chiave per la salute. La ricerca si è basata sui risultati dello studio clinico CALERIE (Comprehensive Assessment of Long-term Effects of Reducing Intake of Energy), il primo studio controllato sulla restrizione calorica in esseri umani sani. I ricercatori hanno prima stabilito l’apporto calorico di base tra più di 200 partecipanti allo studio, poi hanno chiesto a una parte di loro di ridurlo del 14%, mentre il resto ha continuato a mangiare senza restrizioni. Il team ha dunque analizzato gli effetti sulla salute a lungo termine della restrizione calorica nei due anni successivi.

“Poiché sappiamo che l’infiammazione cronica di basso grado negli esseri umani è uno dei principali fattori scatenanti di molte malattie croniche e, quindi, ha un effetto negativo sulla durata della vita – ha affermato Vishwa Deep Dixit, autore senior dello studio – ci siamo chiesti: cosa fa la restrizione calorica al sistema immunitario e al sistema metabolico e, se è davvero benefica, come possiamo sfruttare i percorsi endogeni che imitano i suoi effetti negli esseri umani?”.

Il gruppo ha iniziato analizzando il timo, una ghiandola che produce i linfociti T, che invecchia a un ritmo più veloce rispetto ad altri organi. Con la risonanza magnetica, utilizzata per determinare se c’erano differenze funzionali tra le ghiandole del timo di coloro che stavano limitando le calorie e gli altri, è stato scoperto che le ghiandole del timo nei partecipanti con apporto calorico limitato avevano meno grasso e un maggiore volume funzionale dopo due anni di restrizione calorica, il che significa che stavano producendo più cellule T. Allo stesso tempo, dopo due anni di restrizione calorica, non c’erano cambiamenti nell’espressione genica. (Agonb) Cdm 12:00.

https://www.science.org/doi/10.1126/science.abg7292

https://www.science.org/doi/10.1126/science.abn6576