La relazione tra l’attività cerebrale e l’arto fantasma

Roma, 19 febbraio 2022 (Agonb) – Uno studio della Fondazione Santa Lucia Irccs, pubblicato su Journal of Neuroscience, ha analizzato cosa accade al cervello quando è a contatto con un braccio virtuale posizionato in modo realistico al punto da creare il cosiddetto embodiment, l’illusione di possedere e controllare quell’arto. Tra i sintomi più comuni quando si viene colpiti da una patologia del sistema nervoso, come l’ictus, c’è la perdita della capacità di controllare gli arti. Il recupero di questa funzione è tra gli obiettivi che si pone un percorso di neuro-riabilitazione. Attraverso Realtà Virtuale immersiva e Stimolazione Magnetica Transcranica, i ricercatori hanno indagato le reazioni del cervello quando viene incorporato un braccio virtuale, così da perfezionare lo sviluppo di protocolli di neuro-riabilitazione e ausili o protesi esterne. È stato così possibile indagare l’attività della corteccia motoria, deputata al movimento del braccio che il soggetto osservava virtualmente. “L’esperimento ha mostrato come pochi secondi prima che il soggetto iniziasse a percepire il braccio virtuale come appartenente al proprio corpo – spiega il ricercatore Elias Casula – l’attività della corteccia motoria diminuiva sensibilmente, come se il corpo stesse abbandonando il braccio reale per incorporare il braccio virtuale. Nello stesso tempo è stato trovato che le aree posteriori, dette parietali e responsabili della rappresentazione mentale dello schema corporeo, erano maggiormente attive e comunicanti con le aree deputate al movimento. Questo fenomeno – conclude Casula – ci consente di capire quali caratteristiche deve avere un arto esterno per essere più facilmente incorporabile: un’informazione essenziale nello sviluppo di protesi e nella neuro-riabilitazione”. (Agonb) Mmo 13:30