Uno studio rivela gli “hotspot” globali da cui potrebbero emergere nuovi coronavirus

Espansione delle aree coltivate, insediamenti umani, allevamenti intensivi e frammentazione delle foreste. Sono solo alcuni dei cambiamenti globali nell’uso del suolo, non sostenibili dal punto vista ambientale, avvenuti negli ultimi anni. Cambiamenti che stanno creando degli “hotspot”, ovvero delle zone in cui si sviluppano condizioni favorevoli per la trasmissione dei coronavirus dagli animali selvatici all’uomo. È quanto emerge da uno studio appena pubblicato su “Nature Food” e firmato da un team di ricercatori composto da Maria Cristina Rulli e Nikolas Galli del Politecnico di Milano, Paolo D’Odorico della University of California at Berkeley (Stati Uniti) e David Hayman della Massey University (Nuova Zelanda).

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