Le “cellule tartaruga” predicono lo sviluppo del diabete di tipo 2

Roma, 20 maggio 2021 (AgOnb) – Pubblicato sul Journal of clinical investigation, lo studio dei ricercatori della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs – Università Cattolica, che dimostra come pazienti con un’alterazione nella prima fase di secrezione insulinica, cellule ‘tartaruga’, siano soggetti alla comparsa di diabete di tipo 2. Chi ha invece cellule produttrici di insulina ‘lepre’, anche dopo l’asportazione di metà pancreas, non diventa diabetico, ciò ha messo in luce un difetto chiave. La ricerca ha visto la collaborazione tra il gruppo di Andrea Giaccari, responsabile del Centro per le malattie endocrine e metaboliche della Fondazione Policlinico Gemelli, professore associato di Endocrinologia, Università Cattolica, campus di Roma, e quello di Sergio Alfieri, direttore del Centro chirurgico del pancreas del Gemelli, e ordinario di Chirurgia generale alla Cattolica. «Nella storia naturale della comparsa del diabete di tipo 2 insulino-resistenza e deficit di secrezione di insulina si modificano continuamente – spiega il primo autore, Teresa Mezza, ricercatrice in Endocrinologia, Uoc Endocrinologia e diabetologia del Gemelli – è impossibile capire quale delle due variabili sia più importante. Con l’intervento chirurgico modifichiamo solo una delle due variabili, nello stesso identico modo in tutti i pazienti. Con un intervento di pancreasectomia parziale, in termini di evoluzione della malattia diabetica, è un po’ come fare in due mesi quello che la natura fa nell’arco 20 anni». Questo studio dimostra che, anche asportando mezzo pancreas a un paziente che non ha insulino-resistenza, né deficit di secrezione di insulina, questo non diventerà diabetico. Per mantenere un buon indice glicemico non conta quanto pancreas viene rimosso, ma che quello restante funzioni bene. «L’innovatività di questa ricerca – spiega Andrea Giaccari – sta nel non studiare persone che hanno già il diabete, ma coloro che sono a rischio di svilupparlo, confrontando dati in vitro e in vivo e cercando di capirne i meccanismi». (AgOnb) Mmo 10:00