Gli occhi chico non mentono mai

Roma, 29 dicembre 2020 (AgOnb) – Gli occhi sono lo specchio dell’anima, quante volte lo abbiamo sentito? D’altronde sono l’unico organo di senso esterno che rivela realmente come siamo nel nostro profondo essere, come ci ricorda Tony Montana nel celebre film Scarface ‘’ Gli occhi chico, non mentono mai’’, questa frase iconica di uno dei film che ha segnato la storia del cinema, ci fa riflettere sul fatto che se prestiamo la giusta attenzione allo sguardo di chi abbiamo di fronte ci può rivelare molto. Chi è bravo ad osservare le persone può percepirne gli stati d’animo e molti aspetti che sono lontani dal nostro corpo. Poche parti del corpo umano sono così eloquenti come gli occhi. Del resto essi parlano anche a chi non è attento perché occhi che piangono o che sorridono non lasciano mai indifferenti. Secondo una ricerca presentata all’incontro annuale della Radiological Society of North America, gli occhi oltre a rivelare aspetti caratteriali e della personalità, attraverso un semplice esame oculistico combinato con una potente tecnologia di intelligenza artificiale machine learning dell’intelligenza artificiale potrebbero fornire la diagnosi precoce della malattia di Parkinson. La malattia di Parkinson, come è noto, è un disturbo progressivo del sistema nervoso centrale che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Il Parkinson colpisce principalmente i neuroni dopaminergici della substantia nigra. Il deficit dopaminergico prolungato nel tempo si traduce nella sintomatologia caratteristica della malattia, ossia presenza di tremori, rigidità muscolari, assottigliamento delle pareti della retina e della microvascolatura retinica, pressione bassa e problemi intestinali.

L’intuizione è partita da Maximilian Diaz, ingegnere biomedico dell’Università della Florida di Gainesville, ma l’interpretazione è il frutto di una congegnata analisi riguardo la centralità dell’occhio nelle malattie neurodegenarative. Lo studio, presentato al meeting della Radiological Society of North America, si pone l’obiettivo di perfezionare e migliorare la diagnostica del Parkinson. L’antecedente imaging cerebrale, che consiste nell’uso di varie tecniche per la mappatura diretta o indiretta della struttura, della funzione o della farmacologia del sistema nervoso, risulta molto costoso ed inefficiente per diagnosi precoci, perciò potrebbe lasciar spazio ad immagini oculari scattate con smartphone ed obbiettivi specifici associati ad intelligenza artificiale. È Definita IA, “l’apprendimento con macchine a vettori di supporto” (support vector machine) sarebbe in grado di percepire variazioni della vascolatura oculare indicativi della malattia di Parkinson nelle immagini del fondo dell’occhio. L’assottigliamento delle pareti della retina e della microvascolatura retinica potrebbe rappresentare un sintomo non motorio precoce della malattia. Le reti di apprendimento automatico sono riuscite a distinguere accuratamente le immagini dei pazienti con la malattia di Parkinson da quelle dai controlli in base alla microvascolatura retinica, ottenendo un’accuratezza massima compresa tra 0,698 e 0,719. I pazienti con Malattia di Parkison presentavano vasi sanguigni più piccoli nella retina rispetto ai controlli sani.

I risultati ottenuti sostengono la tesi che nell’occhio è possibile osservare molti processi fisiopatologici cerebrali con largo anticipo. Questa teoria se approfondita potrebbe aprire nuove porte per diagnosi. prognosi e trattamento di molte malattie neurologiche spesso letali. (AgOnb) Matteo Piccirilli 11:00