Come il cervello percepisce il tempo

Roma, 3 ottobre 2020 (AgOnb) – I neuroscienziati, da sempre affascinati dall’estrema variabilità dell’esperienza sensoriale in funzione del contesto, hanno condotto numerosi studi a tal riguardo. Il più recente ha scoperto che la variazione nel giudicare quanto duri un evento dipenda in modo cruciale da una specifica area cerebrale, la “circonvoluzione sopramarginale”. A scoprirlo: Masamichi Hayashi e Richard Ivry, dell’Università della California a Berkeley, in uno studio descritto su “Journal of Neuroscience”. I ricercatori hanno sottoposto 18 volontari ad uno stimolo visivo per un determinato tempo, 30 volte di seguito. Dopo questo tempo di adattamento, gli stessi dovevano osservare uno stimolo di prova e dare una valutazione della sua durata. Coerenti con i risultati ottenuti in altri studi, i dati raccolti da Hayashi e Ivry mostrano che la procedura sperimentale aveva un notevole effetto sulla percezione del tempo. Se la durata dello stimolo di adattamento era lunga, i partecipanti sottovalutavano la durata di quella del test, e viceversa. Ciò indica che la fase di adattamento produce una distorsione nella percezione del tempo. L’obiettivo della ricerca era individuare gli specifici neuroni responsabili di questa distorsione. Nel corso dei test, i volontari sono stati sottoposti a scansioni di RM funzionale. E’ così emerso che l’area cerebrale interessata è quella della circonvoluzione sopramarginale, nel lobo parietale. Secondo i ricercatori l’esposizione continua allo stimolo di adattamento porta ad un’attenuazione dell’attività di specifici neuroni che sono regolati per rispondere solo per una durata temporale determinata. Poiché gli altri neuroni continuano ad attivarsi normalmente, la nostra percezione soggettiva del tempo ne viene distorta. (AgOnb) Mmo 9:30