Scuola da guardare

Roma, 23 giugno 2020 (AgOnb) – State tranquilli! Non si parlerà di chiusure, misurazioni col metro, mascherine, visiere o del plexiglas, quello da scrivere correttamente con una sola esse, perché è il nome commerciale registrato di una resina termoindurente, polimetilmetacrilato per i “secchioni”, infrangibile, trasparente e più leggera del vetro. A settembre la scuola che verrà, con piccoli accorgimenti, potrà avere aule confortevoli, efficienti e salubri sia a livello energetico sia per la qualità dell’aria.

In che modo? L’Enea con la pubblicazione “#Scuola in Classe A – Istruzioni per l’uso” dà semplici soluzioni, utili per promuovere la corretta gestione di un edificio scolastico. «Le tante ricerche scientifiche svolte a livello internazionale – afferma l’esperta Enea Patrizia Aversa, che assieme ad Antonia Marchetti ha curato l’opuscolo – hanno mostrato con chiarezza come l’eventuale presenza di inquinanti chimici negli ambienti chiusi e i valori non confortevoli di temperatura e umidità peggiorino la qualità dell’aria e del microclima e portino a un aumento o a una cronicizzazione delle problematiche respiratorie, dei mal di testa, delle allergie e alla maggiore diffusione di batteri e virus. Tutto questo è ancora più evidente in edifici, come le scuole, dove convivono a stretto contatto tante persone per diverse ore. Per tali motivi nelle aule bisogna garantire i giusti valori di temperatura e umidità, assicurando sempre un opportuno ricambio d’aria».

Vediamo più da vicino, allora, la cinquina da studiare non solo tra i banchi. Primo: accendiamo la luce solo quando serve e sfruttiamo al meglio il sole. Un impianto d’illuminazione e finestre con tende e tapparelle, se ce ne serviamo senza errori, consentono di evitare zone d’ombra e abbagliamenti, facilitando il comfort. Tinteggiare le pareti con colori chiari, le lampade ad alta efficienza, come i led, l’installazione di rilevatori di presenza e sistemi di gestione domotici prolungano, inoltre, la funzionalità e riducono i consumi in bolletta.

Secondo estratto vittorioso: controllare le aule troppo calde o troppo fredde, perché rendono gli studenti disattenti, condannando i professori a lavorare male. Durante l’inverno, la temperatura dovrebbe essere compresa tra i 18 e i 20 gradi Celsius, mentre nella stagione estiva attorno ai 26. L’umidità, invece, va mantenuta tra il 40 e il 60%. Regolare il termostato e deumidificare, aprendo le finestre, scongiurano un quantitativo di vapore acqueo eccessivo, che favorirebbe la prolificazione di muffe e spore o un’aria troppo secca, facilitatrice di raffreddori e influenze.

La terza proposta si presenta in continuità con quanto è stato appena detto: rinnovare l’aria che inspiriamo. Vivere per molto tempo in un ambiente chiuso, senza un’adeguata ventilazione, determina un’alta concentrazione di anidride carbonica e composti organici volatili (Cov), unita a sonnolenza, calo di concentrazione e rendimento, ma anche mal di testa e irritazioni respiratorie. “Aprite le finestre”, quindi, come cantava la pugliese Franca Raimondi, vincitrice del sesto Festival di Sanremo nel 1956; servirà ad allontanare il cattivo odore e l’aria “viziata”. Meglio anche non appendere i cappotti in aula, sono portatori di umidità aggiuntiva.

Quarto punto. Se il ricambio d’aria c’è stato, curiamone la qualità. Può essere valutata, ad esempio, misurando la concentrazione di anidride carbonica. È buona od ottima all’inizio delle lezioni, però peggiora progressivamente fino a quando, durante le ultime ore, può meritare l’insufficienza dal punto di vista igienico. Per questo occorre spalancare le finestre ad intervalli regolari, per non meno di cinque minuti, più volte e con tutte le condizioni atmosferiche, prima dell’inizio delle lezioni, ad ogni cambio di docente, durante la ricreazione e, soprattutto, dopo la pulizia dell’aula. È preferibile, tuttavia, evitare di aprire nelle ore di punta del traffico veicolare, per non cadere dalla padella nella brace con i gas di scarico delle automobili. Un piano d’azione da condividere con i ragazzi per decidere chi fa che cosa, segnando su un calendario settimanale modi, tempi e responsabilità, li renderebbe protagonisti attivi nella comunità civile.

Circondiamoci, infine, di piante. Oltre ad essere utilizzate come materiale didattico e complemento d’arredo per aule e corridoi, ci rilassano e possono regolare la qualità dell’aria e il microclima interno. Se in medio stat virtus, la virtù sta nel mezzo, è sufficiente una pianta ogni nove metri quadrati e non lasciare l’acqua nei sottovasi. Vengono proposte la dracena, il filodendro, lo spatifillo, la gerbera, la felce e il ficus benjamina, ma vanno bene anche l’aloe, il ciclamino, la begonia e la poinsettia, meglio conosciuta come “stella di Natale”.

Dopo l’ultima campanella di giugno, ecco i compiti per le vacanze: sviluppare il nostro pollice verde e ripassare il giardinaggio seguendo, magari, Cicerone, che nel “De oratore” scriveva: «ut sementem feceris, ita metes», come avrai seminato, così mieterai.

 

La qualità dell’aria

Detersivi, mobili, colle e vernici possono liberare nell’aria sostanze maleodoranti e dannose per la nostra salute. Aggiungiamoci umidità, muffe, acari e allergeni che si accumulano su pareti, finestre e pavimenti, ma anche su tende, sedie, banchi e cattedre. Non è finita! Chi frequenta le scuole contribuisce a rendere poco salubre l’aria delle aule, soprattutto se poco arieggiate. Quando respiriamo, difatti, consumiamo ossigeno e produciamo anidride carbonica. Nel caso in cui fossimo febbricitanti, diffonderemmo batteri e virus. Per evitare spiacevoli conseguenze sulla nostra salute, una pulizia quotidiana e il frequente ricambio dell’aria, tra esterno e interno, aiutano buonumore e benessere. Ci permettono, poi, non solo di controllare l’umidità ed evitare la formazione di condensa su muri e infissi, ma anche di rendere migliore ciò che respiriamo. Dobbiamo imparare a eliminare quegli “ospiti” residenti e indesiderati negli ambienti chiusi, puntando su edifici energeticamente sempre più efficienti, rispettosi dell’uomo e dell’ambiente. (AgOnb) Gpa 9:30