Covid-19, l’impatto dell’epidemia sulla popolazione italiana, il rapporto Iss-Istat: “Dal 20 febbraio al 31 marzo 25.354 morti in più rispetto alla media”

Pubblicato il primo rapporto, prodotto congiuntamente dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) e dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss), con l’obiettivo di fornire una lettura integrata dei dati epidemiologici di diffusione dell’epidemia di coronavirus e dei dati di mortalità totale acquisiti e validati dall’Istat. I principali risultati – si legge nel documento – sono presentati a livello provinciale e per aggregazioni di province, sia per criteri di natura amministrativa (regioni, ripartizioni) sia sulla base del grado di diffusione dell’epidemia Covid-19 nelle province stesse, rispetto a tre classi individuate.
I dati di mortalità totale commentati, prosegue ancora la nota introduttiva del report, si riferiscono al primo trimestre consolidato 2020 e riguardano 6.866 Comuni (87 % dei 7.904 complessivi). Si tratta della prima volta che l’Istat diffonde questa informazione riferita a un numero così consistente di enti locali. Ciò è stato possibile grazie all’integrazione della fonte anagrafica (ANPR e Comuni) con i dati dell’Anagrafe tributaria.
L’ampia base di dati, relativa all’86% della popolazione residente in Italia, consente di valutare gli effetti dell’impatto della diffusione di Covid-19 sulla mortalità totale per genere ed età nel periodo iniziale e di più rapida diffusione del contagio: marzo 2020.
Sulla scorta i questi dati si evidenzia che dal 20 febbraio al 31 marzo ci sono stati 25.354 morti in più rispetto alla media. Di questi 13.710 per Covid. Tuttavia, ci sono altri 11.600 morti forse correlati all’emergenza. E a Bergamo le cifre sono da vero e proprio shock dal momento che i decessi hanno toccato il +598%. Nel rapporto Istat-Iss viene spiegato ancora come, in merito alle terribili cifre della pandemia, l’Italia sia stata, di fatto, divisa in due: al centro sud in molte città, infatti, la mortalità è addirittura in calo a differenza del centro nord dove sono state individuate le aree a media diffusione dell’epidemia. Ancora. Il 52,7% dei casi di decesso verificati è di sesso femminile mentre l’età media dei morti è di 62 anni. La letalità è più elevata nei maschi tranne che nella fascia 0-19 anni.

Il RAPPORTO ISTAT-ISS