“Attenti al ‘fai da te’. La notizia che alcune regioni, tra cui Puglia, Campania, Basilicata, Sicilia, Liguria e Lombardia, abbiano già prenotato migliaia di kit contenenti il cosiddetto test rapido diagnostico che rivela la positività o meno al Coronavirus, ci lascia quanto meno perplessi”. Lo dichiara, la dott.ssa Claudia Dello Iacovo, biologa laboratorista e consigliera e delegata regionale per Puglia e Basilicata per l’Ordine Nazionale dei Biologi. “Nulla contro il tampone in sé e per sé” prosegue la rappresentante dei biologi pugliesi e lucani. Tuttavia, è il suo avviso “che non passi l’idea che ciascuno possa poi liberamente prenotarselo o, peggio ancora, comprarselo in farmacia, per poi sottoporsi autonomamente al test, magari a casa propria, perché i risultati che ne deriverebbero potrebbero rivelarsi deleteri visto che la comparsa degli anticorpi IgM non è evidenziabile prima di 4/5 giorni dall’infezione”. In sostanza, spiega la Dello Iacovo “qualora le analisi dovessero risultare negative, il tampone dovrebbe essere ripetuto dopo qualche giorno. Questo per evitare gravi ricadute dal momento che in presenza di falsi negativi, si consentirebbe ai soggetti refertati di diffondere il contagio”. Una cosa, aggiunge la Dello Iacovo, “è, dunque, sottoporsi al tampone in ospedale o nei laboratori di analisi privati accreditati (ovviamente autorizzati ed espressamente indicati dall’autorità sanitaria), un’altra è farselo comodamente in casa propria”. “Il test di ricerca diretta del virus con tecnica Real Time PCR – assicura la rappresentante dei Biologi – consente, invece, di rilevare il virus in tempi assolutamente precoci e con estrema accuratezza (solo un giorno dall’infezione poiché in assenza di anticorpi il Covid replica velocemente ed efficientemente)”. “Questo test rimane elettivo sia per la diagnosi che per il monitoraggio dell’infezione” conclude la Dello Iacovo.