Trapianto del microbiota, primi passi per regolamentarne la biobanca

Roma, I novembre 2019 (Agonb) – «È importante che vi siano regole certe e riconosciute dalla comunità internazionale per gestire tutte le fasi del trapianto del microbiota, dalla donazione dei campioni di feci, alla loro raccolta e conservazione, fino al trattamento dei pazienti». In questa dichiarazione del professor Antonio Gasbarrini, ordinario di Gastroenterologia all’Università Cattolica e direttore del CEMAD (Centro di Malattie Digestive) della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, è racchiusa gran parte della problematica legata al trapianto del microbiota intestinale.

Ricercatori della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e dell’Università Cattolica, campus di Roma in prima linea per la Consensus mondiale su organizzazione e regolamentazione della banca di materiale fecale umano ai fini del trapianto di microbiota. Si tratta di una terapia “salvavita” in caso di infezioni ricorrenti da Clostridioides difficile ricorrente (resistente agli antibiotici) e ritenuto sempre più come potenziale terapia contro altre malattie, come la colite ulcerosa, anche se sono necessari altri studi prima della pratica clinica.

La Consensus ha assunto ancora più importanza dopo che la Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha recentemente emesso un warning (una allerta) di sicurezza a seguito della morte di un paziente che ha ricevuto il trapianto di microbiota. La metodica consiste nell’inoculare nell’intestino di pazienti il microbiota isolato e purificato a partire da campioni di feci di donatori sani. Da alcuni anni è allo studio contro l’infezione intestinale ricorrente da Clostridioides difficile non rispondente agli antibiotici, con consolidati dati di efficacia e sicurezza. Ma la sua valenza appare sempre più ad ampio spettro anche per la cura di altre malattie, non solo del tratto digerente.

A tal fine la Consensus detta linee-guida certe, a partire dalla donazione: la scelta del donatore deve rispondere a criteri rigidi e uniformati; il donatore deve essere sottoposto a visite anche periodiche se la donazione è ricorrente; inoltre deve essere istituito un registro dei donatori in modo da prendere tempestive misure di sicurezza in caso di eventi avversi. (Agonb) Ffr 11:00.