Uno studio del Cnr sul rischio sociale da frana

Roma, 19 giu. 2019 (Agonb) – L’Italia è un Paese fortemente caratterizzato dal dissesto iderogeologico. È frequente imbattersi in frane, più o meno importanti, che in alcuni casi rappresentano un rischio per la popolazione.

A questo problema è stato dedicato uno studio dall’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irpi), pubblicato sulla rivista Earth-Science Reviews.15

L’obiettivo è quello di quantificare il rischio sociale da frana in Italia, ossia il rischio che questi eventi calamitosi pongono alla popolazione e alla società. L’approccio proposto permette di valutare in termini probabilistici la distribuzione spaziale e temporale del rischio utilizzando i dati di intensità e frequenza di oltre mille frane con vittime, avvenute dall’unità d’Italia a oggi. I risultati dello studio, oltre a migliorare la zonazione del rischio a scala sinottica, per la prima volta permettono una valutazione del tempo di ritorno delle frane fatali e dell’impatto atteso sulla popolazione.

«L’approccio innovativo proposto utilizza dati storici relativi a un dettagliato catalogo per eventi dei quali sono disponibili informazioni accurate, sulla localizzazione e sul numero delle vittime, in base al quale si è quantificata la magnitudo dell’evento franoso», spiega Mauro Rossi del Cnr-Irpi e ideatore dello studio. «Utilizzando i dati di 1.017 frane fatali, avvenute tra il 1861 e il 2015, è stata applicata una distribuzione di probabilità per modellare il rischio sociale e stimare, per la prima volta, il tempo di ritorno delle frane in funzione dell’impatto atteso sulla popolazione».

I risultati confermano che il rischio sociale da frana nel nostro Paese varia largamente ed è funzione della combinazione di tre parametri: «L’evento con il più alto numero di vittime registrato (F), il numero totale di frane con vittime (E) e l’esponente della distribuzione di probabilità adottata (s), cioè la proporzione tra frane con bassa e alta magnitudo”, prosegue Rossi. “Le tre variabili sono state calcolate su una griglia con celle di 10 km di lato per consentire una valutazione regolare ed uniforme del rischio sociale sull’intero territorio nazionale». (Agonb) Ffr 15:00.