Finanziamenti dalle case farmaceutiche: Codacons e Art. 32-97 “diffidano” l’ateneo padovano e scrivono all’Anticorruzione

Con un’istanza di accesso-diffida nonché un esposto presentato all’attenzione dell’Anac (Autorità Nazionale Anticorruzione), il Codacons (Coordinamento di associazioni per la tutela dell’ambiente e dei diritti di utenti e consumatori) e l’Associazione Art. 32-97 (Associazione italiana per i diritti del malato e del cittadino), hanno chiesto all’Università degli Studi di Padova ed al Centro di ricerca interdipartimentale per le Biotecnologie innovative (Cribi) di poter “prendere visione”, in tempi brevi, dei “documenti relativi ai finanziamenti, diretti o indiretti, ricevuti dal Dipartimento di Biologia e di Medicina Molecolare, in particolare, e dall’ateneo padovano, in generale, da industrie farmaceutiche“, con relativa “specifica di come queste stesse risorse “sono state utilizzate”; le due associazioni hanno inoltre chiesto di poter visionare “statuto, regolamento e bilancio del Cribi”; nonché “la delibera del Consiglio di amministrazione di costituzione dello stesso Centro di ricerca ed ogni altro atto e/o documento connesso a quelli richiesti ai punti precedenti”. Contestualmente,  nell’atto di diffida, le associazioni dei consumatori hanno sollecitato l’università di Padova dal “non tenere convegni sponsorizzati da aziende farmaceutiche” e a “voler pubblicare, anche alla luce della legge n. 124/2017, tutti i finanziamenti, nel dettaglio, diretti o indiretti, ricevuti da industrie farmaceutiche, in modo da tranquillizzare l’opinione pubblica sulla totale assenza di conflitti di interesse nelle iniziative di contrasto a ricerche indipendenti sui vaccini“. “Ciò anche in ragione del fatto – rimarcano ancora Codacons e Art. 32-97 – che gli elenchi di medici e istituzioni, fondazioni e università finanziati da industrie farmaceutiche aderenti all’Efpia (European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations) sono pubblici ed in alcuni di tali elenchi (si veda quello per l’anno 2017) compare proprio l’Università degli Studi di Padova per cifre consistenti”. Infine le due associazioni, rivolgendosi all’Autorità Nazionale Anticorruzione, hanno chiesto di “voler accertare se sussista una situazione di conflitto di interesse nella vicenda di cui sopra ed eventualmente adottare gli opportuni provvedimenti. Chiedendo espressamente di essere auditi ed intervenire, nonché ricevere ogni comunicazione sulla procedura instauranda”.

L’istanza di accesso/diffida e l’esposto all’Anac