Considerazioni sull’articolo del professor Bellavite

Finalmente, i Drs. Donzelli e Duca chiedono spiegazioni sull‘aumento delle stime previste dei tassi di morbilità della pertosse in caso di assenza di vaccinazione [1]. Riteniamo che abbiano interpretato erroneamente la stima, sulla base di un modello autoregressivo di terzo ordine applicato per reimpostare le dinamiche di attuazione del periodo di vaccinazione su scala preponderante quando i cicli epidemici si sono verificati regolarmente. In effetti, a loro avviso della tendenza crescente, sono sostanzialmente colpiti dal basso valore stimato negli anni 1996 e 1997, rievocando la prevista bassa fase del ciclo. In realtà, le nostre stime di morbilità in caso di assenza di vaccinazione mostrano oscillazioni attorno a una tendenza stabile. In conclusione, come già discusso nell’articolo [1], altri elementi importanti, diversi dalla vaccinazione, come stili di vita, disinfezione, ambiente, antibiotici e diagnosi precoce potrebbero aver influenzato la tendenza temporale. Modelli statistici più complessi potrebbero aiutare a fornire stime più accurate sull’impatto della vaccinazione.
Questo decremento era probabilmente dovuto alla riduzione dei neonati durante la guerra, con conseguente riduzione della popolazione suscettibile negli anni seguenti, poiché la difterite interessava principalmente i bambini.
Modelli simili sono stati osservati anche in altre contee prima dell’introduzione del vaccino [2] e la malattia è sempre stata caratterizzata dall’insorgenza di onde epidemiche [9]. In particolare, i tassi di morbilità della difterite variavano da 48 a 75 ogni 100.000 tra il 1901 e il 1918 (incidenza annuale media 55), da 30 a 42 tra il 1919 e il 1924 (incidenza media annua 33), e da 37 a 67 tra il 1925 e il 1938 (media annuale incidenza 58). Di conseguenza, per le stime previste, per tenere conto dei valori inferiori successivi alla prima guerra mondiale, ai dati è stato applicato un modello autoregressivo di primo ordine che includeva l’effetto del periodo 1914-1924, mentre il 1900-1913 e il 1925-1938 presentavano modelli simili e tassi di morbilità comparabili.

Patrizio Pezzotti *
Stefania Bellino
Francesca Prestinaci
Simone Iacchini
Paola Stefanelli
Giovanni Rezza
Department of Infectious Diseases, Istituto Superiore di Sanità (Italian
National Institute of Health), Rome, Italy

* Corresponding author at: Department of Infectious Disease,
Istituto Superiore di Sanità, Viale Regina Elena 299, 00161 Rome,
Italy.

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