Workshop sul “Piano di Gestione del Distretto Idrografico della Sicilia” all’Università di Palermo

Foto 1_22.03.2017In data 22 Marzo 2017 per la Giornata Mondiale dell’Acqua, presso la Scuola Politecnica dell’Università degli Studi di Palermo, ha avuto luogo il Workshop sul “Piano di Gestione del Distretto Idrografico della Sicilia”.

Dopo una breve introduzione eseguita dai moderatori, con la presentazione dei relatori e degli argomenti, è intervenuta la Dott.ssa Maria Angela Sorce, Direzione Generale SVI del Ministero dell’Ambiente. Con molto ottimismo ha parlato di successo raggiunto dal 2007 ad oggi, grazie al Piano di Azione attuato tramite il Programma Operativo Nazionale (PON) Governance e Assistenza Tecnica 2007-2013, uno strumento che ha permesso di finanziare interventi atti a raggiungere gli obiettivi comunitari richiesti dalla Direttiva Quadro sulle Acque, WFD 2000/60/CE.

A seguire l’Ing. Giorgio Pineschi, rappresentante SOGESID strumento in house del MATTM e del MIT dall’Agosto 2015, che ha trasmesso i risultati del Piano di Gestione, sintetizzando gli eventi che si sono succeduti dal 2003 ad oggi. Ha sottolineato come sia difficile la Pianificazione Distrettuale già a partire dal secondo step: Il Rilevamento dello Stato di Qualità, che prevede una serie di analisi di vari Elementi che contribuiscono alla classificazione dello Stato Ecologico e Chimico dei Corpi Idrici.

La Dott.ssa Anna Abita dell’Arpa, a tal proposito, ha ricordato che l’obiettivo di qualità stabilito dalla WFD, recepita a livello nazionale dal D.lgs. 152/2006 recante Norme in Materia Ambientale, era il Raggiungimento dello STATO DI QUALITÀ AMBIENTALE BUONO entro il 2015. Attualmente però i dati riguardano solo una parte dei corpi idrici che in realtà dovrebbero essere classificati:

  • FIUMI: 180 individuati per essere monitorati (escludendo dai 256 totali i corpi idrici salati ed effimeri), classificati e raggruppati in base alla Classe di Rischio come Non a rischio/A Rischio e quindi infine individuati 20 gruppi. Lo Stato Chimico raramente è risultato NON BUONO, mentre lo Stato Ecologico è risultato sporadicamente BUONO (0.07%), spesso NON BUONO e SUFFICIENTE.
  • LAGHI: 34 individuati, di cui solo 3 naturali, 8 monitorati. Nessuno in BUONO STATO ECOLOGICO, tutti SUFFICIENTI; Stato chimico NON BUONO. Causa: agricoltura e assenza depuratori.
  • ACQUE DI TRANSIZIONE: 20 individuati, 9 monitorati, 3 dei quali non riportati perché i dati sono in corso di elaborazione. Lo Stato Chimico è risultato BUONO (33%) e NON BUONO (67%), mentre lo Stato Ecologico CATTIVO (17%), BUONO (33%) e SUFFICIENTE (50%).
  • ACQUE MARINO COSTIERE: 65 individuati, 17 monitorati. Stato ecologico BUONO (70%) o SUFFICIENTE (30%). Stato chimico BUONO (24%) e NON BUONO (76%).
  • CORPI IDRICI SOTTERRANEI: 82 individuati, 481 stazioni di monitoraggio.

Successivamente un Gruppo di Lavoro SOGESID ha esposto gli aspetti tecnici relativi al PdG, riportando che secondo l’Analisi economica i costi stimati sono di 9,8 miliardi in 5 anni. Inoltre l’Italia è costretta a pagare multe alla Comunità Europea anche a causa della mancanza di depuratori (si tratta di più di 62 milioni di euro).

A seguire la Dott.ssa Stefania Erba (IRSA-CNR) e la Dott.ssa Maria Rita Minciardi (ENEA), hanno esposto l’evoluzione degli indici basati su due elementi biologici che contribuiscono alla classificazione dello Stato Ecologico, rispettivamente invertebrati bentonici e macrofite.

Per concludere prospettive e criticità nell’attuazione del PdG e le discussioni.

Bisogna partire agendo innanzitutto sulle principali cause di impatto ambientale: agricoltura, immondizia, reflui urbani. Gli incentivi economici della PON Governance sono fondamentali per continuare i lavori di monitoraggio, complessi e costosi, ed effettuare eventuali azioni di intervento.

 

Dott.ssa Giuseppina Fantauzzo