Conclusi gli studi dell’EFSA sul rischio derivante dal consumo di Aspartame

Con l’obiettivo di determinare il rischio derivante dal consumo di Aspartame l’EFSA ha recentemente (10.12.2013) concluso una severa indagine su questo dolcificante e sui suoi prodotti di degradazione concludendo che, ai livelli di esposizione odierni, sono entrambi sicuri per il consumo umano.

Di seguito si riporta il parere scientifico elaborato dagli esperti dell’EFSA.

L’aspartame e i suoi prodotti di degradazione sono sicuri per il consumo umano ai livelli di esposizione attuali: queste le conclusioni dell’EFSA nella sua prima valutazione completa del rischio dal dolcificante. Per eseguire la valutazione l’EFSA ha condotto un rigoroso esame di tutte le ricerche scientifiche disponibili sull’aspartame e sui suoi prodotti di degradazione, compresi studi sugli animali e sull’uomo.

“Questo parere rappresenta una delle più complete valutazioni del rischio associato all’aspartame mai intraprese. È un passo avanti per rafforzare la fiducia del consumatore nei fondamenti scientifici del sistema di sicurezza alimentare dell’UE e nel sistema di regolamentazione degli additivi alimentari”, spiega la dott.ssa Alicja Mortensen, presidente del gruppo di esperti scientifici dell’EFSA sugli additivi alimentari e le fonti di nutrienti aggiunti agli alimenti (gruppo ANS).

Il gruppo di esperti scientifici ANS ha preso in esame tutte le informazioni disponibili e, in seguito a un’analisi dettagliata, ha concluso che l’attuale dose giornaliera ammissibile (DGA) di 40 mg/kg di peso corporeo/die è in grado di tutelare la popolazione generale. La DGA non è tuttavia valida per i pazienti affetti dalla patologia denominata fenilchetonuria (PKU), che richiede la stretta osservanza di una dieta a ridotto tenore di fenilalanina (un aminoacido presente nelle proteine).

A seguito di un approfondito esame delle prove fornite da studi condotti sugli animali e sull’uomo, gli esperti hanno escluso il potenziale rischio collegato all’aspartame di causare danno ai geni e indurre il cancro. Gli esperti dell’EFSA hanno inoltre concluso che l’aspartame non causa danni al cervello. Per quanto concerne la gravidanza, il gruppo di esperti scientifici ha sottolineato l’assenza, per il feto in via di sviluppo, di rischi dovuti all’esposizione alla fenilalanina derivata dall’aspartame, stante la DGA corrente (fatta eccezione per le donne affette da PKU). Il parere chiarisce che i prodotti di degradazione dell’aspartame (fenilalanina, metanolo e acido aspartico) sono presenti naturalmente anche in altri alimenti (ad esempio il metanolo si trova nella frutta e nella verdura), ma il loro contributo all’esposizione complessiva tramite la dieta è basso.

Il parere descrive i criteri utilizzati per individuare gli studi pertinenti alla valutazione del rischio e gli standard applicati per valutare le prove scientifiche. Gli esperti dell’EFSA hanno esaminato tutte le incertezze relative alla valutazione dell’aspartame. Il parere spiega come esse sono state affrontate durante la valutazione del rischio in modo da garantire che i rischi potenziali derivanti dall’aspartame non fossero sottovalutati.page1image21512 page1image21936

L’esame esaustivo condotto dal gruppo di esperti scientifici ANS è stato reso possibile grazie a due inviti pubblici a presentare dati, che hanno fornito una grande raccolta d’informazioni scientifiche, comprendenti dati e studi sia pubblicati sia inediti.

Durante la consultazione pubblica sulla bozza di parere (tenutasi dal 9 gennaio 2013 al 15 febbraio 2013) l’EFSA ha ricevuto oltre 200 osservazioni, tutte prese in considerazione. Durante la fase consultiva l’EFSA ha tenuto anche una apposita riunione con le parti interessate per discutere del parere ancora in bozza e dei riscontri ricevuti tramite la pubblica consultazione online. Il dialogo dell’EFSA con le parti interessate ha fatto emergere importanti aspetti del parere in bozza che andavano chiariti nella versione finale.

Oggi l’EFSA pubblica anche le osservazioni sulla bozza di parere ricevute durante la consultazione pubblica, le proprie risposte a tali osservazioni e una dichiarazione su due recenti pubblicazioni, una dell’Agenzia statunitense per la protezione ambientale e l’altra di Gift et al., portate all’attenzione dell’EFSA dopo la chiusura della consultazione pubblica. Nessuno di questi studi modifica le conclusioni dell’EFSA sull’aspartame.

 

Note per i redattori:
Sicurezza dei prodotti di degradazione dell’aspartame

Data la degradazione molto rapida e completa dell’aspartame nell’intestino, qualsiasi effetto che avviene nell’organismo in seguito all’ingestione di aspartame è causato da uno o più dei tre elementi che lo compongono: acido aspartico, fenilalanina o metanolo. Il parere scientifico dell’EFSA riesamina i possibili rischi associati ai tre prodotti e giunge alla conclusione che essi non destano timori in termini di sicurezza, ai livelli di esposizione correnti.

• La fenilalanina è un aminoacido che costituisce le proteine presenti in molti alimenti. È nota la sua tossicità a livelli di assunzione elevati, in particolare per il feto in via di sviluppo in donne affette dalla patologia detta fenilchetonuria (PKU).

• Il metanolo è presente o può essere rilasciato da alimenti quali frutta e verdura e viene anche prodotto naturalmente dall’organismo. Diventa tossico in caso di esposizione estremamente elevata, ad esempio in seguito al consumo di alcuni liquori distillati in casa. Gli esperti dell’EFSA hanno concluso che il metanolo derivato dall’aspartame rappresenta una piccola percentuale dell’esposizione totale al metanolo da tutte le fonti.

L’acido aspartico è un aminoacido che si trova nelle proteine. L’organismo può convertire l’acido aspartico nel glutammato, un neurotrasmettitore, che, a livelli molto elevati, può avere effetti nocivi sul sistema nervoso. Gli esperti dell’EFSA, tuttavia, non hanno osservato evidenze di neurotossicità associata all’aspartame e hanno concluso che l’acido aspartico derivato dall’aspartame non desta timori per la sicurezza dei consumatori.

 

Note:

Per questo parere sono state utilizzate le seguenti definizioni:

Lattanti: bambini di età inferiore a 12 mesi.

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Bambini nella prima infanzia: bambini di età compresa tra uno e tre anni.

Alimento per lattanti: alimento destinato ai lattanti durante i primi mesi di vita, che soddisfa da solo il fabbisogno nutrizionale di tali bambini sino all’introduzione di un’appropriata alimentazione integrativa.

Latte di proseguimento: alimento destinato ai lattanti quando si introduce l’opportuna alimentazione complementare e che costituisce il principale elemento liquido nella dieta, progressivamente diversificata, di tali bambini.

 

Fonte: EFSA (http://www.efsa.europa.eu/it/press/news/131210.htm)

 

 

Dr. Luciano O. Atzori

Consigliere Segretario dell’Ordine Nazionale dei Biologi
Coordinatore della Commissione permanente di Studio dell’ONB “Igiene, Sicurezza e Qualità”
Delegato nazionale per l’Igiene, la Sicurezza e la Qualità 

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