Il Ministero della salute ha pubblicato un nuovo avviso di richiamo di prodotti alimentari dagli scaffali dei negozi. Questa volta il ritiro riguarda un lotto di bresaola di tacchino venduta affettata e confezionata. Ma si tratta solo dell’ultimo provvedimento preso dal palazzo di via Ribotta che, nei giorni scorsi, ha fatto togliere dal mercato, numerosi altri prodotti alimentari. L’elenco, infatti, è piuttosto lungo e comprende anche numerosi articoli bio come bocconcini di sesamo, crackers integrali alla spirulina, schiacciatine al sesamo, rustici al cocco, sfogliatine al lupino ed al rosmarino, ecc. ecc. Come spiega il Ministero nella sezione del sito dedicata agli Avvisi di sicurezza e ai Richiami di prodotti alimentari da parte degli operatori, il richiamo, nell’ultimo caso, ma in larga parte anche per quelli precedenti, è stato avviato a causa di un possibile rischio per i consumatori dovuto alla presenza di allergeni. Nel dettaglio, l’avviso di richiamo, datato 26 novembre, riguarda un lotto di bresaola di tacchino.
Il richiamo, fa notare il Ministero, è scattato per la presenza di latte nel prodotto, un allergene che però non è stato dichiarato in etichetta con conseguente rischio per le persone allergiche. In particolare, la bresaola ritirata dal mercato è stata venduta a fette e confezionato in vaschette da 90 grammi cadauna con il termine minimo di conservazione fissato al 3 febbraio 2020.
“Ancora una volta, nel settore agroalimentare, emerge in maniera forte il ruolo del Biologo nel processo di gestione della qualità. Un ruolo fondamentale che consiste nella corretta applicazione delle norme in materia di Sicurezza Alimentare” commenta Stefania Papa, consigliera e delegata alla Sicurezza Alimentare dell’Ordine nazionale dei Biologi nonché delegata regionale per Toscana ed Umbria dello stesso Ordine. Per la rappresentante dei Biologi: “il ritiro ed il richiamo di prodotti non conformi, come accaduto nel caso della bresaola di tacchino ma anche per tutti gli altri articoli, non risponde solo all’applicazione dei criteri di autocontrollo ma rientra in un sistema di management più ampio ed ascrivibile alla gestione stessa del sistema in cui i Biologi, grazie alle loro speciali competenze, sono chiamati a recitare, appunto, un ruolo da protagonisti”. I Biologi, prosegue la Papa, “hanno la capacità di operare all’interno di un procedimento di problem solving basato sulla puntuale valutazione del rischio inteso per varie fasi, dalla produzione fino alla distribuzione del singolo prodotto, all’interno di tutta la filiera alimentare“. Nel caso specifico del “lotto di bresaola di tacchino ritirata dal mercato per presenza di allergeni, non è tanto il processo produttivo in quanto tale, ad essere stato coinvolto ma, verosimilmente, l’acquisizione delle informazioni necessarie per una corretta progettazione dell’etichettatura” aggiunge ancora la dott.ssa Papa. Una “omissione, quella dell’allergene latte” che, per la consigliera dell’ONB: “si traduce in una non conformità con conseguente grave impatto sulla salute del consumatore allergico, tanto da attivare il sistema di obbligo per l’operatore del settore alimentare del ritiro e richiamo del prodotto giudicato non conforme”.