La depressione può essere legata alla presenza di zuccheri nel cervello

Roma, 20 ottobre 2025 (Agenbio) – Una ricerca dell’Institute for Basic Science (Ibs) in Corea del Sud ha scoperto un meccanismo patologico che collega le modifiche anomale degli zuccheri nelle proteine cerebrali all’insorgenza della depressione. Lo studio, guidato da C. Justin Lee e Boyoung Lee dell’Ibs e pubblicato su Science Advance, apre a nuovi approcci diagnostici e terapeutici per i disturbi depressivi resistenti ai farmaci. Secondo l’OMS, oltre 280 milioni di persone nel mondo convivono con la depressione. Solo il 50% dei pazienti risponde positivamente alle terapie che si basano sul riequilibrio dei neurotrasmettitori, come la serotonina. I ricercatori si sono concentrati sulla ‘O-glicosilazione’, il processo con cui piccole catene zuccherine si legano alle proteine modificandone struttura e funzione. Utilizzando la spettrometria di massa, si sono analizzate 9 aree cerebrali scoprendo profonde alterazioni nei modelli di glicosilazione della corteccia prefrontale, l’area che regola le emozioni. È emersa una riduzione della sialilazione, la modifica che stabilizza le proteine grazie all’aggiunta di acido sialico, accompagnata da una minore espressione dell’enzima St3gal1, responsabile di questo processo. La manipolazione sperimentale ha confermato il ruolo chiave dell’enzima: ridurlo induce comportamenti depressivi, mentre potenziandolo l’attività allevia i sintomi. Piccole alterazioni negli zuccheri si traducono così in un collasso del sistema di regolazione delle emozioni. “La ricerca – spiega Boyoung Lee – dimostra che la glicosilazione anomala nel cervello è collegata all’insorgenza della depressione. Identificare nuovi marcatori diagnostici e bersagli terapeutici oltre i neurotrasmettitori è ora possibile”. (Agenbio) Mmo 13:00