Roma, 13 ottobre 2025 (Agenbio) – Lo studio dell’Irccs MultiMedica (MI) e dell’Università di Bristol (Uk) dimostra come la variante genetica Lav-Bpifb4 possa ridurre i danni cardiovascolari nella sindrome di Hutchinson-Gilford o progeria, di cui soffriva il biologo Sammy Basso. La sindrome nasce dalla mutazione del gene Lmna che produce una proteina tossica, la progerina, che accelera l’invecchiamento. Si vive in media 14-15 anni, ma Sammy Basso, con i suoi 28 anni, ha riacceso l’attenzione sulla patologia. Non ci sono cure, ma la somministrazione del gene Lav-Bpifb4 può contrastare i danni cardiovascolari e ridurre i segni di invecchiamento. “Gli esperimenti su pazienti con progeria hanno evidenziato che queste cellule, oltre ad elevati segni di fibrosi e senescenza, mostrano bassi livelli di Bpifb4 – sottolinea Monica Cattaneo, ricercatrice MultiMedica -. L’introduzione del Lav-Bpifb4 ha ridotto queste anomalie. I ricercatori spiegano come questo sia il primo studio a indicare come un gene associato alla longevità possa contrastare i danni cardiovascolari della progeria. L’obiettivo sarà quello di trasformare questi risultati in un nuovo farmaco biologico. Al momento è stato dimostrato che due geni con funzioni opposte nell’invecchiamento possono stabilire interazioni molecolari capaci di attenuarne i segni patologici. Questo strumento terapeutico potrebbe portare a un rapido sviluppo di nuovi prodotti biologici ad ampio spettro. (Agenbio) Mmo 9:00