Roma, 21 luglio (Agenbio) – Un team di scienziati della Duke University di Durham, nel North Carolina, ha messo a punto un metodo che, basandosi sull’analisi delle scansioni cerebrali ottenute con la risonanza magnetica, sembra poter fornire indicazioni su chi è più a rischio di sviluppare forme di demenza.
I ricercatori hanno utilizzato i dati di uno studio su oltre un migliaio di persone sottoposte periodicamente nell’arco di due decenni, dai 26 ai 45 anni, a valutazioni sull’invecchiamento attraverso la misura di 19 biomarcatori. Un algoritmo ha analizzato 860 scansioni cerebrali, rintracciando correlazioni tra i dati delle risonanze magnetiche cerebrali e il ritmo di invecchiamento dedotto da tutti gli altri biomarcatori studiati. I punteggi che indicavano un invecchiamento più rapido erano in effetti correlati a un rischio più alto di future malattie croniche e morte. Gli scienziati hanno testato il loro nuovo strumento anche sui dati di oltre 42.500 soggetti del database UK Biobank e oltre 1700 scansioni cerebrali di pazienti dell’Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative. In quest’ultimo gruppo, i pazienti che – in base al nuovo orologio basato sulle scansioni cerebrali – registravano un più rapido invecchiamento, correvano un rischio maggiore di ricevere una diagnosi di demenza nei 16 anni successivi. (Agenbio) Etr 14.00