Roma, 21 luglio (Agenbio) – Un team di ricerca internazionale ha trovato un’associazione statistica tra i sintomi premestruali debilitanti e un rischio superiore di malattie cardiovascolari, in particolar modo aritmie e ictus.
Lo studio, pubblicato su Nature Cardiovascular Research, si basa sui dati di circa 100.000 donne, età media 35 anni, affette da sintomi premestruali, seguite per un periodo di follow-up massimo di 22 anni, compreso tra il 2001 e il 2022.
Incrociando i dati delle cartelle cliniche con evidenze di malattie cardiovascolari con i dati relativi ai sintomi premestruali, è emerso che in media le donne affette da tali sintomi presentavano un rischio del 10 per cento superiore rispetto alle donne che non ne soffrivano. Alcune condizioni hanno evidenziato un’associazione molto superiore, come le aritmie cardiache (+ 31 per cento) e ictus (+ 27 per cento). Tale rischio, evidenziano gli studiosi, era più marcato nelle donne che avevano ricevuto diagnosi di sindrome premestruale e disturbo disforico premestruale prima dei 25 anni e in coloro che avevano sofferto di depressione post-partum. I risultati sono rimasti statisticamente significativi anche dopo aver isolato fattori come vizio del fumo, peso e altre condizioni.
Secondo gli autori dello studio, ci sono tre possibili cause che potrebbero legare i sintomi premestruali a queste patologie: alterazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone; maggiore infiammazione; anomalie metaboliche. (Agenbio) Etr 12.00