Roma, 07 luglio (Agenbio) – La p-tau217, proteina considerata un biomarcatore chiave dell’Alzheimer, non solo provocherebbe la formazione degli accumuli che mettono ko i neuroni, innescando la perdita di memoria e gli altri sintomi della malattia, ma potrebbe anche rivelarsi fondamentale nelle prime fasi dello sviluppo celebrale. È quanto emerge da una ricerca internazionale coordinata dall’Università svedese di Göteborg che ha rilevato livelli ematici molto elevati di p-tau217 nei neonati sani, in particolare, nel sangue dei neonati prematuri, seguiti dai neonati a termine. Una circostanza che indica che più precoce era il parto, più alti erano i livelli di proteina, sebbene tutti i bambini fossero perfettamente sani.
Questi livelli tendono poi a diminuire sensibilmente durante i primi mesi di vita, rimanendo molto bassi negli adulti sani, per poi risalire nelle persone con Alzheimer. In pratica, mentre negli adulti le concentrazioni più elevate di p-tau217 sono associate all’aggregazione della proteina in grovigli di tau e al declino cognitivo, nei neonati le maggiori quantità andrebbero a promuovere un sano sviluppo cerebrale, aiutando i neuroni a crescere e formare nuove connessioni. (Agenbio) Etr 13.00