Ambiente: le foreste aiutano a proteggere i laghi dalle microplastiche

Lo studio ENEA–Arpae nel bacino di Ridracoli rivela concentrazioni eccezionalmente basse grazie alla “barriera verde” naturale

Roma, 30 maggio 2025 (Agenbio) – Le foreste possono agire come un filtro naturale contro la diffusione delle microplastiche nei laghi, contribuendo così alla protezione della qualità delle acque dolci. È quanto dimostra uno studio condotto da ENEA e Arpae Emilia-Romagna, con il supporto di Romagna Acque, nell’invaso di Ridracoli (Forlì-Cesena), all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. I risultati, presentati nell’ambito del progetto europeo Life Blue Lakes, indicano che le concentrazioni di microplastiche in quest’area sono nettamente inferiori rispetto a quelle riscontrate in altri bacini italiani.

Nel dettaglio, la quantità di microplastiche rilevata nella diga di Ridracoli varia tra 0,02 e 0,04 particelle per metro cubo (MP/m³), contro una media di 13 MP/m³ nei laghi di Bracciano e Trasimeno.

«Abbiamo scelto questo invaso per la sua posizione strategica e l’elevata qualità delle acque potabili, ma anche per verificare l’ipotesi che le foreste circostanti possano agire da filtro naturale contro la dispersione delle microplastiche», spiega Patrizia Menegoni, ricercatrice del Laboratorio ENEA di Biodiversità ed Ecosistemi.

I campioni prelevati hanno confermato una densità di microplastiche molto bassa, con un massimo rilevato di 2,08 MP/m³ in superficie e un totale di 15 tipi diversi di polimeri, tra cui polietilene e polipropilene, materiali comunemente usati in ambito industriale e domestico. Un dato particolarmente interessante riguarda la forma delle microplastiche: a differenza di altri laghi, nella diga di Ridracoli non sono state individuate fibre o filamenti, spesso trasportati dall’aria.

«Questo dato rafforza l’ipotesi che le foreste svolgano un ruolo di barriera. Le foglie degli alberi possono catturare microplastiche aerotrasportate, che poi si depositano al suolo con le piogge o la caduta delle foglie, impedendo il passaggio agli ecosistemi acquatici», sottolinea Menegoni.

Ulteriori indagini condotte da ENEA e dalla Società Italiana di Restauro Forestale (SIRF) nell’Appennino e sul Monte Terminillo confermano la diffusione delle microplastiche anche in ambienti montani, con rilevazioni nei pluviometri posizionati tra le chiome degli alberi e perfino nella neve.

«Queste evidenze suggeriscono che le foreste possano svolgere un servizio ecosistemico essenziale, intercettando le particelle inquinanti prima che raggiungano fiumi, laghi o falde», spiega Bartolomeo Schirone di SIRF.

Il monitoraggio di Ridracoli è parte del progetto europeo Life Blue Lakes, promosso da ENEA e Legambiente, che ha portato allo sviluppo del primo protocollo europeo per il campionamento e l’analisi delle microplastiche in acque dolci. Il protocollo è stato testato in campo e condiviso con tecnici e autorità locali, mentre al Centro Ricerche ENEA Casaccia è stato allestito un laboratorio all’avanguardia per l’analisi spettroscopica delle microplastiche in diverse matrici ambientali.

«Sulla base di questi risultati, auspichiamo l’avvio di un progetto specifico per misurare in modo dettagliato il contributo delle foreste alla riduzione delle microplastiche atmosferiche», conclude Menegoni.

«Comprendere e valorizzare questo servizio ecosistemico è fondamentale per proteggere le risorse idriche da cui dipendono molti aspetti della vita umana: acqua potabile, energia, agricoltura e biodiversità.» (Agenbio) Eleonara Caruso 9:00